L’Espresso rivela, “ In Italia esiste un commercio segreto di Virus”
Sembra una storia analoga alla trama del film hollywoodiano ‘L’Esercito delle 12 scimmie’ con Bruce Willis, ma, ahimè, questa volta non si tratta proprio di una finzione.
Nella settimana nella quale è infatti scoppiato un nuovo allarme Ebola, essendo la contaminazione del virus in rapida espansione sopratutto nelle regioni dell’Africa equatoriale come la Sierra Leone, la Guinea, Liberia e Mali, Paesi dove sono presenti focolai che potrebbero presto trasformarsi in una vera e propria pandemia mondiale, l’Espresso, storico settimanale di attualità, politica ed economia fondata nel 1955, ed oggi appartenente al gruppo di Carlo De Benedetti, ha pubblicato un po’ a sorpresa una notizia a dir poco shockante, se non addirittura destabilizzante, non fosse poi anche il prestigio e l’ufficialità delle istituzioni che vengono coinvolte.
Ebbene, stando a quanto rivelato dall’inchiesta de l’Espresso, a cura di Lirio Abbate, firma dell’articolo-denuncia, Virus dell’aviaria o influenza Aviaria, l’orthomyxovirus, una malattia infettiva altamente contagiosa che colpisce prevalentemente le vie respiratorie, nata in realtà dapprima in specie di uccelli selvatici e domestici, e poi trasmessa da questi all’uomo, così come è stato scientificamente dimostrato a partire dal 1997, sarebbero stati spediti in plichi anonimi dall’estero in Italia, senza alcuna autorizzazione e attraverso la violazione sistemica tutte le norme di sicurezza. Un’operazione questa che, stando a quanto affermato dai Nas e dalla Procura di Roma autori dell’indagine che ha portato alla macabra realtà, è nata con lo specifico scopo di utilizzare il Virus al fine di ottenere nuovi vaccini, sebbene, non ci vuole poi molto a capirlo, abbia fatto correre alla Nazione, e non solo, il rischio di diffonderla un’epidemia.
Tant’è, come confermato dalle stesse autorità, il sospetto è che dietro a questa scoperta, possano celarsi molte altre realtà del tutto analoghe, se non addirittura, specificano gli agenti, un vero e proprio business delle epidemie, che segue quindi una strategia commerciale pianificata già in origine. Non solo, ma dalla lettura dell’articolo, si evince anche la possibilità secondo la quale l’epidemia di Aviaria che colpì il nostro Paese nel 2005, sopratutto nelle regioni del Nord, 25 focolai in Lombardia e 15 nel Veneto, potrebbe essere sorta per l’azione volontaria di qualcuno che appositamente diffuse il Virus tra gli uccelli degli allevamenti. Oltre il danno la beffa, perchè la stessa epidemia del 2005 richiese il repentino intervento dell’allora governo Berlusconi, che per scongiurare la possibilità di un ulteriore diffusione del contagio dell’influenza, autorizzò la spesa della bellezza di 50 milioni di euro da investire sopratutto in farmaci e vaccini per la popolazione locale, molti dei quali poi rimasti del tutto inutilizzati.
Stando alla cronaca dei fatti, spiega il giornalista de l’Espresso, l’inchiesta nasce in realtà negli USA, e poi solo successivamente arriva in Italia, grazie alle rivelazioni che gli investigatori dell’FBI hanno ottenuto da Paolo Candoli, manager della filiale italiana di Merial, società che opera nel settore della salute degli animali, che avrebbe confessato come alcuni ceppi patogeni di influenza aviaria sarebbero stati spediti illegalmente in passato nella sua residenza in Italia e poi, una volta ricevuto il plico, rivenduti da quest’ultimo ad aziende americane.
Un vero e proprio commercio illegale quello di cui fa parte il manager della Merial, non a caso l’uomo che ha ‘guidato’ poi gli inquirenti a registrare sul registro degli indagati un altro nome eccellente, rispondente a quello di Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, attualmente deputato di Scelta Civica e vice presidente della Commissione Cultura alla Camera, che ha ricoperto in passato incarichi anche di un certo rilievo per l’Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie con sede a Padova;secondo gli inquirenti della Procura di Roma, e stando ai documenti sequestrati ora dai Nas, l’attività di Ilaria Capua era finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio e al traffico illecito di virus. Per la cronaca, si riferisce che insieme alla virologa risultano nel registro degli indagati altri tre scienziati al vertice dell’Izs di Padova, funzionari e direttori generali del mistero della Salute, alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario ed anche Rita Pasquarelli, il direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura.
Come spiega l’Espresso,i fatti risalgono a sette anni fa ma molti degli indagati lavorano ancora nello
stesso istituto. Stando alle notizie ora a disposizione, il commercio illegale dei virus sarebbe esteso anche ad altri Paesi come Francia e Brasile, ma è altamente probabile che ciò che si è appena raccontato, rappresenti la più classica delle ‘punte di un Iceberg’, e che la portata dello scandalo sia davvero mondiale.