Renzi, la finanza divisa tra critiche ed elogi
Le aspettative sul premier fiorentino sono altissime da parte dell’elettorato e della politica tutta, come fosse una risposta all’antipolitica dilagante grazie ai grillini. Anche all’estero Renzi è visto come una speranza, l’uomo della provvidenza che potrebbe finalmente rimettere in sesto le numerose defaillance italiche. Ma mentre in Italia già da qualche settimana sembra finita la luna di miele di Renzi con l’elettorato, anche dall’estero cominciano ad arrivare le prime pesanti critiche.
A criticare l’impostazione, soprattutto economica, della politica del fiorentino rampante è addirittura il Financial Times, che ha pubblicato un lungo report dedicato all’Italia e al suo premier. Sotto la lente d’ingrandimento del giornale della City è finito, in particolare, il tanto atteso ‘jobs act’. Infatti, secondo il Financial Times, Renzi che ha sempre avuto come principale pregio la velocità sta impiegando troppo tempo nel formulare la nuova normativa generale sui contratti e sul mondo del lavoro. Secondo il giornale londinese, infatti, è un errore il concedere al parlamento la possibilità di disegnare il nuovo disegno di legge che ha l’ambizioso obbiettivo di riformare il lavoro in Italia perché, in attesa degli studi e delle discussioni delle varie proposte, passerà almeno un anno, quando invece l’Italia ha un urgente bisogno di tale riforma. Il Financial Times critica, soprattutto, la delegazione al parlamento di designare la proposta senza forti prese di posizioni, ma con indicazioni varie e generiche degli obbiettivi da conseguire.
La bocciatura del giornale della City arriva proprio nella settimana dell’incontro tra Renzi, David Cameron e il gotha finanziario di Londra. E, a giudicare dai toni fortemente critici del Financial Times, nonostante le battute e i sorrisini sembra che il primo ministro italiano non abbia convinto la lobby finanziaria inglese, che parte quindi ora all’attacco. “Di fronte a un’Italia che nell’ultimo anno – scrive il giornale londinese – ha perso circa 1.000 posti di lavoro al giorno, per Matteo Renzi la necessità di riformare radicalmente le inefficienze del mercato del lavoro è stata una specie di mantra costante; per gli investitori si tratta di un tema scottante”.
La denuncia del Financial Times si pone in posizione completamente antitetica rispetto, invece, alla posizione del Wall Street Journal. L’autorevole rivista finanziaria americana, infatti, ha invece elogiato il lavoro del giovane premier italiano per la sua decisa posizione nel privilegiare l’attività del suo lavoro nel contrastare l’annoso problema della disoccupazione giovanile. Durante il pezzo, infatti, la rivista statunitense cita diversi esempi di giovani laureati finiti a fare lavori non attinenti alla propria specializzazione, come le addette alla segreteria o a fare le fotocopie in studi legali, se non a fare le baby-sitter. Il Wall Street Journal elogia, in particolare, l’intenzione del governo Renzi di cercare di uniformare la disciplina dei contratti di lavoro, cercando di inserire un reddito minimo universale e creare i presupposti, anche con incentivi, che permettano alle aziende di assumere giovani disoccupati. Tuttavia anche la rivista americana pone una piccola critica sui modi, visto che denuncia la possibilità di uno stallo politico dovuto al lungo “iter normativo che dovrà essere affrontato in parlamento”.
Francesco Di Matteo