“A febbraio legge elettorale e riforme, a marzo lavoro, ad aprile pubblica amministrazione, a maggio fisco”. Sugli annunci spot, con tanto di slide incorporate, del neo premier Renzi esiste già un’ampia letteratura. Tralasciando che ogni riforma è stata ritardata, più o meno, di un mese, domani arriva il Def (documento di economia e finanza). Precursore dei temi “lavoro” e soprattutto “ripresa economica”. A Palazzo Chigi, queste, sono ore frenetiche: ieri il premier è rimasto tutto il giorno rinchiuso nel palazzo incontrando ministri e collaboratori. I dubbi riguardano ancora il taglio dell’Irap e la curva delle detrazioni Irpef. Due fattori dal peso specifico alquanto elevato.
Si discuterà e molto anche sui famosi 80 euro che dovrebbero finire nelle buste paga dei lavoratori che guadagnano meno di 1500 euro al mese, a partire dal 27 di maggio. Il governo è indirizzato verso l’opzione “fai da te”: niente ulteriori coperture, la busta paga sarà rinvigorita con i costi della spending review. Proprio su questo tema, stamane il premier è intervenuto pubblicando una lettera al Il Messaggero di Roma che, nel suo punto focale, diceva: “dopo il mio recente giro nelle capitali dell’Unione europea, e a pochi mesi dall’avvio della presidenza italiana del semestre europeo, la tentazione di sottolineare che della spending review non abbiamo bisogno solo noi, è forte” e quindi “nessuno può davvero fare lo splendido e noi stiamo facendo la nostra parte, a partire proprio dai tagli a sprechi e privilegi, e in particolare dai costi della politica” ma sempre “rispettando i vincoli comunitari” e “lavorando per costruire un’altra Europa”. Insomma, dello sforamento del vincolo del 3%, non se ne parla proprio.
Arrivano già, le prime profezie sul Def che sarà presentato domani pomeriggio in Consiglio dei Ministri(ore 18). I dati ottimistici del governo Letta ne escono sicuramente ridimensionati: se quest’ultimo (insieme al super tecnico Saccomanni) prevedeva una crescita dell’1% nel 2014, la coppia Renzi-Padoan si ferma allo 0,8%. Ancora più basse le stime europee che danno l’Italia in crescita dello 0,6%. Il rapporto deficit/pil dovrebbe comunque rimanere intorno al 2,6%.
Stamane Renzi ha ricevuto a Palazzo Chigi il commissario Carlo Cottarelli (messo un po’ in disparte negli ultimi giorni dal governo) e il consigliere economico del premier Yoram Gutgeld. Nel pomeriggio è previsto anche l’incontro finale con Pier Carlo Padoan per limare gli ultimi dettagli sul Def. Domani il verdetto finale. Si attendono lumi.
Giacomo Salvini