Elezioni Afghanistan: bagno di sangue per la democrazia
Ieri si sono ufficialmente concluse le operazioni di voto in Afghanistan: anche se con un sostanziale ritardo rispetto all’orario previsto, infatti, i seggi ancora aperti (ne sono rimasti chiusi 211 su più di 6000 per motivi di sicurezza) hanno atteso che tutti gli elettori in fila esprimessero il proprio voto: 12 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne (sabato aveva votato più della metà) per eleggere il nuovo Presidente, che resterà in carica 5 anni (sostituendo Hamid Karzai al potere da 13), e per rinnovare i consigli provinciali.
La commissione elettorale, citata dal The Guardian, oggi ha iniziato le operazioni di conteggio delle preferenze: un processo lungo che non terminerà prima del 24 Aprile, quando verrà data notizia dei risultati parziali, i risultati definitivi verranno annunciati solo il 14 Maggio – nel caso fosse necessario (nessuno dei candidati raggiunge il 50% dei consensi) si voterebbe per il ballottaggio il 28 Maggio, quindi la comunicazione dell’ufficialità dei risultati non si avrebbe prima di Luglio.
Nonostante il dispiegamento di oltre 195mila addetti alla sicurezza, in Afghanistan, ci sono state molte vittime (soprattutto nelle forze dell’ordine) di attentati dinamitardi e sparatorie (più di 140 nelle ultime 48 ore), non solo nella giornata di ieri: in un clima di alta tensione – dovuto all’omicidio della fotografa tedesca, il premio Pulitzer Anja Niederghaus, e le minacce dei talebani – in tutto il paese si sono verificati episodi di violenza – 45 talebani sono morti, 14 sono rimasti feriti durante uno scontro con le forze dell’ordine nella provincia orientale di Gazhni, erano pronti sabotare il voto in 7 diversi distretti – non ultimo quello che ha colpito un poliziotto e due scrutatori che sono rimasti uccisi nell’esplosione di una bomba al passaggio del convoglio che trasportava le schede elettorali dalla provincia di Kunduz a Kabul “Le urne erano piene di schede che sono state distrutte nell’esplosione”, ha detto il capo della commissione elettorale provinciale.
A tal proposito, sono già 162 i ricorsi presentati per denunciare varie irregolarità nello svolgimento delle votazioni: riguardano il mancato accesso ai seggi, la mancanza di schede, l’esistenza di schede false e anche la denuncia di pressioni operate dai leader politici locali. In realtà le denunce di irregolarità sono state oltre mille, ha detto ancora il portavoce, ma solo 162 sono state presentate in forma scritta e documentata e quindi sono state ritenute ammissibili.
Nella provincia meridionale di Kandahar una donna è stata arrestata mentre cercava di votare nel seggio con ben 22 schede. Inoltre, nella provincia orientale di Khost, le forze di sicurezza hanno arrestato quattro persone, fra cui una donna, che cercavano di piazzare 1.000 schede con il voto segnato per uno specifico candidato.
Difficile che uno degli 11 candidati possa superare gli altri al primo turno: favoriti per il ballottaggio sono l’ex ministro degli Esteri, Zalmai Rassoul, Abdullah Abdullah, che arrivò secondo nelle elezioni del 2009, ed un economista che ha lavorato per la Banca Mondiale, Ashraf Ghani.
Guglielmo Sano