Oscar Pistorius torna in aula a deporre
Un anno fa, nella notte del 14 febbraio 2013, il campione olimpico Oscar Pistorius uccideva con 4 colpi di pistola la sua compagna Reeva Steenkamp. Dopo più di un anno l’atleta sudafricano torna in aula per deporre e ripercorrere, davanti alla giuria, le fasi che portarono, in quella notte maledetta, all’uccisione della sua fidanzata.
Pistorius si è presentato in aula con un completo grigio che si è tolto durante la deposizione per indossare una tenuta da atleta e cominciare a narrare i fatti. Le prime parole dell ex atleta sono andate alla famiglia della vittima per esprimere il suo rammarico:” Voglio cominciare con le scuse alla famiglia. Non c’è un momento da allora in cui non penso alla sua famiglia. Mi sveglio ogni mattina e siete le prime persone a cui penso, le prime per cui prego. Non riesco nemmeno a immaginare il dolore e la sofferenza e il vuoto che ho causato alla vostra famiglia. Stavo semplicemente cercando di proteggere Reeva. Posso assicurarvi che quella notte andò a letto sentendosi amata. Ho cercato di mettere queste parole su un foglio molte volte e scrivervi una lettera ma le parole non sono sufficienti”.
Nel corso della deposizione l’ex atleta ha anche menzionato un messaggio ricevuto da Reeva a gennaio nel quale la ragazza si definiva “spaventata” da lui. L’accusa, ovviamente, aveva portato il messaggio davanti al giudice come prova del comportamento violento e minaccioso di Pistorius. L’atleta, a sua discolpa, sostiene che è vero che i due avevano avuto una discussione, ma è anche vero che si era tutto risolto con le scuse, scritte sempre per sms, di Oscar. Andando avanti nel processo, Pistorius ha dovuto dapprima rispondere alle domande del suo avvocato, il difensore Barry Roux, poi a quelle del pm Gerrie Nel. La fase più delicata del processo sarà quando Pistorius dovrà spiegare perché sparò quattro colpi contro la bellissima modella attraverso la porta del bagno chiusa a chiave e dovrà convincere i giudici che il suo rapporto era davvero d’amore e che la morte della giovane fu solo un incidente, smantellando la tesi dell’accusa di omicidio premeditato.