La campagna elettorale dei 5 stelle per le elezioni europee è partita ufficialmente una settimana fa con la prima data del tour di Beppe Grillo “Te la do io l’Europa”. Uno show-comizio del Grillo che fu. Ed è già polemica. L’euro e l’Europa messi in discussione, i dissidenti, le primarie sulla rete per scegliere i candidati da mandare a Bruxelles, lo scontro interno con Pizzarotti ma anche la più stretta attualità (Senato, province, svuota-carceri).
Grillo e i suoi uomini lo sanno: è arrivato il momento di dare tutto se non vogliono essere travolti dal “nuovo” che avanza (Renzi) che sta, secondo tutti i sondaggi, mietendo consensi nelle più disparate aree sociali. Oggi è ufficialmente partita anche la raccolta fondi per la campagna elettorale perché, specifica l’ex comico genovese, “noi non siamo un partito politico, e siamo orgogliosi di non esserlo!”
La partita è ora e va giocata con gli uomini migliori. I 5 stelle sanno che anche superando di un voto il Pd alle europee, potrebbe essere la fine per l’esecutivo Renzi e gli italiani sarebbero chiamati subito alle urne. L’obiettivo è questo (anche se i sondaggi danno i grillini oscillanti tra il 22 e il 24%). “Secondo i nostri sondaggi per le europee siamo circa all’85%”è l’ultima provocazione del leader sul blog. Il nocciolo duro della campagna elettorale verterà, comunque, sui soliti punti ormai noti ai più: “O eliminiamo questa classe politica imprenditoriale corrotta, fino al midollo, o non ne usciamo. E’ inutile parlare di Lira, Euro, se poi rimangono gli stessi economisti, banchieri e via dicendo”.
In questi giorni sono state organizzate le primarie online in cui “33 mila persone hanno espresso 90 mila preferenze” e “adesso abbiamo 73 candidati”: “Siamo stati gli unici” (e come dargli torto). Per portare avanti la campagna elettorale, spiega Grillo, però il movimento avrà bisogno anche di qualche piccolo aiuto economico (1 milione in tutto): “contribuiremo tutti, 5, 10, 20, 1000. Pochi ma buoni, pochi da tutti”.
La polemica con il sindaco di Parma Pizzarotti, è sempre aperta. Se prima c’erano i Campanella e gli Orellana, ora il “dissidente” di turno è lui, il primo sindaco grillino d’Italia. Un remake che va avanti da settimane. Oggi, però, i due potrebbero essere giunti al punto di non ritorno. Il primo ci è andato giù pesante sull’organizzazione delle primarie per le europee: “E’ un dato di fatto che in tutti i territori si è candidata gente che noi non abbiam mai visto. Vuol dire che non si sono spesi per il territorio. […] L’attivismo in questo modo viene fatto cadere. […] Uno sconosciuto perché dovrei votarlo? […] La conoscenza secondo me è importante. […] Aspetto i risultati. Mi piace parlare dopo aver visto per dare un giudizio”. Risposta al vetriolo di Grillo: “Capitan Pizza però non è d’accordo con quelle stesse regole che l’hanno portato a essere sindaco di Parma” e se, come afferma il sindaco, a lui piace parlare prima di dare un giudizio “allora perché parli?”.
Il tour intanto continua. Giovedì Grillo sarà a Bologna, venerdì a Padova e sabato a Firenze. Tra dichiarazioni, interviste, post non ha un attimo di tempo libero. Non si ferma mai. Ma con in testa un unico obiettivo: “#vinciamonoi”. Auguri.