Parla Vannino Chiti: “Non cerco visibilità e non ho fondato correnti. Anzi, sono l’unico chitiano d’Italia. Ma il Pd non può essere un partito plebiscitario”.
Lo afferma a Repubblica, Vannino Chiti autore di un testo di riforma del Senato su cui si coagula un fronte che va dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, passando per un fetta della minoranza del Partito Democratico. “Io non sono antirenziano – precisa Chiti. Nel 2009, quando Matteo era presidente della Provincia, mi propose di candidarmi sindaco di Firenze con il suo sostegno. Rifiutai perchè ritenevo giusto un ricambio generazionale. E si candidò lui”.
“Voglio solo – spiega Chiti – una buona legge. Renzi dice che il mio testo non passerebbe? Stando alle dichiarazioni senza il ddl e il diktat del governo la nostra proposta potrebbe avere il sì non solo della maggioranza, ma anche di Forza Italia e M5s. Non mi sembrerebbe un esito politico disprezzabile”.
Alla domanda su che fine faccia la disciplina di partito dal momento che il Pd ha dato via libera al testo del governo, Chiti replica: “Qui si modifica la Costituzione. C’è un dovere di responsabilità, autonomia e coerenza con la propria coscienza oppure no? Altrimenti non saremmo il partito democratico, nè un partito personale: saremmo un partito plebiscitario e autoritario. Altro che sinistra europea. Ma non è neppure pensabile che sia così”.