Libri: gli adolescenti leggono più degli adulti. Grazie e-book o alla scuola?
Che l’editoria sia un settore in crisi, lo si è detto da tempo. Crisi inserita nell’ambito di un più generale declino dal punto di vista culturale, dovuto principalmente alla pirateria informatica ed ai prezzi poco convenienti di libri e dischi. Ma mentre gli adulti discutono su come risollevare il settore, i bambini e gli adolescenti leggono molto più di loro. I lettori più assidui (57,2%) hanno dagli 11 ai 14 anni, e le femmine già da bambine leggono di più dei maschi , che dopo i 15 anni tendono ad abbandonare i libri. Mentre non è strano che un bambino di 8 anni legga più di un uomo di 30, anche se il 40% dei bambini dai 6 ai 10 anni non legge.
I dati, presentati dell’Istat e riguardanti il 2012 e il 2013, prendono in considerazione anche la provenienza geografica, il contesto familiare e scolastico-educativo. Emerge, a questo proposito, che quel 40% di bambini sopracitato non è responsabile della pressoché assente lettura di libri: qui infatti entrano in gioco le abitudini della famiglia. Anche se un bambino su tre decide spontaneamente di prendere un libro, resta il fatto che in Italia una famiglia su 10 non possiede libri in casa (e quindi anche il piccolo lettore indipendente non troverebbe pane per i suoi denti…) e invece nel 75% dei casi, se i genitori leggono, leggono anche i loro figli.
Il grafico delle famiglie che possiedono e leggono libri poi, va decisamente decrescendo dal nord Italia verso il sud: cifre imbarazzanti per Campania, Puglia e Calabria, dove nel 2013 solo il 30% della popolazione ha letto almeno un libro. Altri fattori di contesto sono le disponibilità economiche (i ricchi leggono di più) e la prospettiva urbana: in città più libri che in campagna.
Il dato veramente notevole e che scampa da considerazioni piuttosto prevedibili, tuttavia, rimane comunque l’oasi culturale dei bambini e degli adolescenti. Già nell’ambito della Fiera del libro per ragazzi a Bologna, tenutosi qualche settimana fa, si era registrato un grandissimo successo e si erano discussi i dati Istat, praticamente confermati anche dall’Aie (Associazione italiana editori).
Ma a quanto pare, non bisogna dire grazie alla scuola. Anzi: uno dei fattori di ostacolo sarebbe proprio dovuto alla mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura, affiancate ad una scarsa incentivazione pubblica all’acquisto dei libri. Fondamentali invece, per un più facile, veloce ed economico approccio con i libri, sembrano essere alcune app e soprattutto gli e-book: il 21% dei libri a stampa è stato convertito dai grandi editori anche in formato multimediale. E i risultati, soprattutto tra quegli adolescenti che sono certo meglio disposti a sfruttare la tecnologia, si vedono.
Le prospettive per il futuro, dunque, sono rassicuranti secondo un ironico paradosso: se era stata la tecnologia ad ammazzare le case editrici, proprio grazie a questa, oggi, si avvertono i segnali di ripresa.