Brescia (M5S): “De Benedetti capo politico di Renzi”
La guerra che Beppe Grillo lanciò contro il finanziamento pubblico dei giornali, si sa, è cosa vecchia. Una delle proposte portanti del Movimento 5 Stelle. Oggi sul blog beppegrillo.it, Giuseppe Brescia, portavoce M5S alla Camera, rincara la dose con un post dal titolo “L’autunno caldo dell’editoria italiana #BastaSoldiAiGiornali”.
Il grillino scrive così: “Il prossimo autunno sarà decisivo per l’editoria italiana. Il governo”, tra le varie riforme su cui sta lavorando, “ha annunciato ufficialmente di voler mettere mano al sistema di sostegno al settore e nel frattempo in Commissione Cultura va avanti la discussione sulla nostra proposta di legge. L’insolita apertura, su un tema come questo poi, ci fa sorgere non pochi dubbi sulle reali intenzioni del Partito Democratico, soprattutto alla luce del legame strettissimo che lo stesso può vantare nei confronti della maggior parte delle testate giornalistiche nazionali”. Brescia parla di Europa, l’ex quotidiano della Margherita, avrebbe parlato dell’Unità, non avesse chiuso e, soprattutto, de La Repubblica. E’ noto il sostegno di De Benedetti a Renzi: il primo è definito dal leader dei 5 Stelle come “capo politico” del segretario del Partito Democratico.
Il parlamentare a 5 Stelle evidenzia, poi, le iniziative del Movimento 5 Stelle da cui Renzi avrebbe preso spunto per le proposte sull’editoria dei dem: sia la destinazione di “fondi ora erogati ai giornali di partito in favore di start up di nuovi progetti editoriali” sia la “soppressione dell’obbligo dei bandi della PA che, assieme al regime di IVA agevolato al 4% sul 20% delle copie stampate, rappresenta uno dei maggiori introiti ai giornali” sono stati “copiati pari pari la nostra proposta – afferma Brescia – annunciando durante la campagna elettorale delle elezioni europee”.
La proposta pentastellata è semplice. La espone Brescia: serve una vera e propria “trasformazione delle modalità di finanziamento finora adottate, prevedendo forme di supporto transitive, si favorirebbe la nascita di nuovi progetti editoriali, accompagnandoli però solo nei primi anni di vita. Se passasse la nostra proposta vedremmo mutare radicalmente il mondo dell’editoria. Ci sarebbe un’accelerata straordinaria nella digitalizzazione di molte testate che dovrebbero competere con nuovi progetti editoriali condotti da giovani giornalisti che finalmente sarebbero protagonisti del mondo dell’informazione e non più relegati al ruolo di schiavi moderni, pagati a pochi euro al pezzo, costretti a seguire pedissequamente la linea editoriale imposta dagli unici detentori della ‘verità di comodo’, ossia gli editori”.