Una bomba a orologeria. Lo scoop de Il Messaggero di stamane è di quelli amari, difficili da digerire. “Se non si toccano sanità, pensioni e statali, la spending review non riuscirà a centrare i suoi obiettivi” e “bisogna intervenire su almeno due su tre di questi capitoli”. A parlare al quotidiano romano è una fonte del Tesoro che apre ad una soluzione infausta per recuperare, nel 2015, i famosi 16-17 miliardi previsti dalla Legge di stabilità (da presentare entro metà ottobre): rinnovare per altri due anni il blocco contrattuale per gli statali. La notizia non può certo passare inosservata.
Fonti di Palazzo Chigi negano qualunque ipotesi di intervento su pensioni e stipendi, ma il rapporto con Via XX Settembre, si sa, non è dei migliori. Delle due l’una: o Renzi e Padoan sono in conflitto aperto sui tagli da fare o uno dei due fa orecchie da mercante in pubblico e sottobanco si prepara a decapitare una parte cospicua del nostro welfare. Ma tant’è. La prima ad aprire il fuoco, è la Cgil: “c’è da augurarsi che sia una bubbola agostana. Un nuovo blocco biennale dei salari nella #PA sarebbe inaccettabile”.
I numeri. Dal 2010, 3,3 milioni di lavoratori dipendenti non ottengono più il rinnovo contrattuale e questo blocco durerà, per effetto dell’ultima legge di Stabilità (governo Letta), fino a dicembre 2014. Da gennaio 2015, gli stipendi si dovrebbero sbloccare. Ma se il governo interverrà ad ottobre, lo stop potrebbe essere rinnovato fino al 2016. Negli ultimi 4 anni, la stretta sugli stipendi ha permesso di risparmiare circa 11,5 miliardi di euro e dal 2009 il salario dei dipendenti pubblici è diminuito di circa 15 punti percentuali. Circa 4 mila euro di sacrificio pro-capite, come sottolinea la Cgil. Per fare qualche esempio: un impiegato ministeriale ha rinunciato fino ad oggi a 2.800 euro lordi che diventerebbero 4 mila con il blocco fino al 2016, un docente universitario tra i 4.500 e i 9.500 (a seconda del ruolo) e un medico del servizio sanitario a 7.500 euro. Cifre da capogiro. E, soprattutto, da spavento.
“Continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici e sul loro diritto al rinnovo del Contratto nazionale è un errore madornale”- scrivono i Segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fp e Uil-Pa, in una nota- “una ricetta, non solo ormai improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per il governo dei conti pubblici”. “Inaccettabile, pericolosa e ridicola” è l’ipotesi di rinnovo del blocca stipendi per gli statali, secondo i sindacati autonomi, mentre il segretario generale Spi Cgil Carla Cantone attacca il governo anche sul fronte pensioni (altro tema caldissimo di questi giorni): “è il momento di lasciare in pace i pensionati” dice e poi invoca una mobilitazione generale perché “la pazienza è finita”.
Gli schieramenti si preparano in trincea. L’autunno sarà caldissimo, afoso. Ma intanto il premier ieri da Forte dei Marmi cinguettava: “I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo”. I cittadini si preparano all’incendio e Renzi fa il pompiere. Ma potrebbe non bastare.