Gaza, morti 3 capi Hamas
Dopo la tregua di circa sei giorni, martedì 19 Agosto a Gaza è tornata la guerra. Da allora il lancio di missili dalla Striscia verso Israele non si è più fermato: fino a mercoledì si sono contati oltre 175 razzi. Nel frattempo l’esercito di Tel Aviv ha richiamato in servizio 10mila riservisti e ha dato il via a un’operazione su vasta scala: circa 110 gli obiettivi da colpire nella Striscia.
Saltata la tregua, sono tornati anche i bollettini di guerra: il numero di vittime sale di ora in ora. Un morto si conta nel campo profughi di Nuseirat. Due adulti e tre bambini al di sotto dei 10 anni di età sono morti stamattina a causa di un raid aereo israeliano a Gaza City. A Rafah invece un raid notturno ha mietuto 7 vittime. Sempre nella città del Sud della Striscia oggi si svolgeranno i funerali di tre capi di Hamas uccisi anche loro stamattina da un attacco dell’aviazione.
La morte dei tre comandanti è stata confermata dall’esercito israeliano. Oltre a Mohammed Barhoum nell’attacco è deceduto Mohammad Abu Chamala – responsabile dei tunnel di contrabbando scavati sotto il confine con l’Egitto – e Raed Al-Atar comandante della Brigata di Rafah del braccio armato di Hamas. Sembra essere sfuggito all’ennesimo attentato invece il capo del brigate Al Qassam, Mohammed Deif, una vera e propria “primula rossa” scampata già ad almeno altri quattro agguati israeliani dal 2002 al 2006.
Intanto fanno discutere le parole di Benjamin Nethanyahu. “Isis e Hamas sono due rami dello stesso albero: Hamas è simile all’Isis, l’Isis è simile ad Hamas, entrambi sono nemici della pace, nemici di Israele, nemici dei paesi civili” ha dichiarato il premier israeliano commentando il video che testimonia la barbara esecuzione del giornalista James Foley. “Anche noi dobbiamo misurarci con gente altrettanto selvaggia” ha proseguito.
Hamas ha replicato: “Noi siamo un movimento di liberazione nazionale, che lotta per riconquistare i territori occupati nel 1948 e che risponde alle esigenze di un popolo assediato”.