La sconfitta bruciante delle elezioni europee ha arrecato danni e strascichi enormi al Movimento 5 Stelle. Oltre che ad una netta diminuzione dell’elettorato, inferiore rispetto al risultato del 2013 di circa 2,5 milioni e per questo radicalizzato, la batosta ha gettato il partito di Grillo e Casaleggio in un evidente stato confusionale.
Negli ultimi tempi stiamo infatti assistendo ad una serie di uscite quantomeno bizzarre da parte di importanti esponenti grillini. Boutade e gaffe, a sfondo complottista, che rischiano di offuscare l’atteggiamento propositivo e apprezzabile che deputati come Luigi Di Maio e Danilo Toninelli avevano deciso di tenere nel momento del dialogo sulla legge elettorale.
Prendiamo, ad esempio, le parole del parlamentare Carlo Sibilia, ormai un gaffeur di professione: ad aprile 2013 interviene alla Camera avvalorando la fondatezza del complotto sul signoraggio; ad aprile 2014 ruba uno spot alla lista L’Altra Europa con Tsipras e rischia la denuncia; a giugno 2014 si reca, munito di telecamera, nelle città in cui si radunano i membri del gruppo Bilderberg per smascherarne le manovre. Ma è un mese fa, in occasione del 45esimo anniversario dello sbarco sulla Luna, che il nostro eroe si supera, definendo l’allunaggio del 1969 una “farsa” da ricondurre ad un complotto degli USA. Un po’ come nel famoso film degli anni ’70 Capricorn One, in cui la NASA organizzava una finta spedizione su Marte.
Ma non c’è solo Sibilia. Come dimenticare, ad esempio, le recentissime e infelici battute di Alessandro Di Battista che, a proposito dell’avanzata dell’Isis in Iraq, ha invitato le potenze occidentali a sedersi ad un tavolo di negoziato e trattare. E certo, con l’Isis sì, con il governo e Forza Italia sulle riforme no.
Menzione particolare, infine, va riservata al consigliere regionale Davide Bono (due volte candidato pentastellato alla presidenza della regione Piemonte), che solo ieri avanzava dubbi sulla pubblicazione del video del giornalista americano decapitato dai jihadisti. Secondo Bono, infatti, ci sarebbero strane coincidenze temporali sulla divulgazione del video. Quali, per la verità, non è dato sapere. Insomma, questi sono solo tre piccoli esempi di come, se questo è il livello del principale partito di opposizione, il premier Renzi possa dormire tra due guanciali.