L’inarrestabile avanzata di Ebola

Pubblicato il 22 Agosto 2014 alle 10:07 Autore: Raffaele Masto
aziende sanitarie

Ciò che in molti temevano si sta verificando. Oltre ad una emergenza sanitaria, Ebola sta diventando anche una emergenza sociale. Il paese più a rischio è la Liberia dove i residenti del quartiere di West Point, a Monrovia, la capitale, hanno ingaggiato battaglia con le forze di sicurezza dopo l’imposizione della quarantena e del coprifuoco notturno in un quartiere abitato da circa 50 mila persone.

Pochi giorni fa in Liberia si era verificato un episodio inquietante: era stato attaccato da uomini armati un centro per la quarantena di pazienti sospettati di avere contratto il virus. Almeno una ventina di pazienti tenuti in isolamento sarebbero fuggiti. Sempre in Liberia si è appreso che il governo ha dispiegato l’esercito sul fiume Cestor per evitare la diffusione dell’epidemia nelle regioni sud-orientali dove finora non sono stati registrati casi di infezione.

La Liberia è il paese dove la situazione appare più fuori controllo, sia dal punto di vista sanitario che da quello sociale. Finora ci sono stati 576 morti e 972 casi confermati di contagio. Soltanto tra il 17 e il 18 di agosto sono state registrate 95 vittime e 126 nuovi casi di contagio. Numeri che dimostrano che l’epidemia sta correndo e che le misure e i provvedimenti presi dalle autorità non sono sufficienti. A renderli poi ancora meno efficaci ci si sta mettendo l’opposizione della popolazione. Una opposizione che può sembrare incomprensibile.

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Photo by NIAIDCC BY 2.0

Di fatto le persone che hanno ingaggiato battaglia con le forze di sicurezza e che hanno attaccato il centro per la quarantena di Monrovia esprimono convinzioni che sono spesso circolate in Africa anche per quanto riguardava il virus dell’Aids. Secondo molti intellettuali, politici, artisti, anche autorevoli personaggi come l’ex presidente sudafricano Tabo Mbeki e la premio Nobel kenyana Wangari Maathai, il virus dell’Aids era una invenzione occidentale. Allo stesso modo lo è Ebola.

Non è opinione di tutti gli africani, ovviamente, ma quegli atteggiamenti estremi sono anche il risultato del fatto che per stragrande maggioranza della popolazione non spostarsi, non poter vendere, subire un coprifuoco significa non poter usufruire di quella minuta economia di sussistenza che fa sopravvivere milioni di persone.

Questo oggettivo danno economico, e il danno provocato da irresponsabili che addossano tutte le colpe agli occidentali, sminuendo la portata della malattia, creano una situazione che potrebbe diventare esplosiva.

E a renderla tale contribuisce anche il fatto che quarantena, isolamento, idratazione in condizioni di sterilità sono quasi impossibili in Africa, con le più che carenti strutture sanitarie che quasi tutti i paesi del continente hanno. Insomma Ebola rischia di essere devastante su tutti i piani.

Immagine in evidenza: photo by Army MedicineCC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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