Intervento sulle crisi internazionali in corso dell’ex segretario del Pd Walter Veltroni. “Sono di nuovo in causa, in questa cupa estate del 2014, le grandi questioni che hanno deciso, nella storia, il destino dell’umanità. Si tratta, in definitiva, della coesistenza di parole che possono facilmente separarsi, generando conflitti devastanti. Le parole sono: identità e dialogo, democrazia e decisione”.
“Quando gli elementi di queste coppie si sono resi conflittuali, il mondo ha generato il peggio di sè: le guerre, le dittature. Chi può evitare che questa frattura, molto più semplice della ricomposizione, si produca? La politica, solo la politica”. Lo scrive Walter Veltroni su Repubblica. “Di politica, grande e coraggiosa, libera e progettuale, il mondo ha bisogno, nel suo momento più drammatico dal 1945”, con le crisi in Medio Oriente, Iraq, Ucraina e la recessione che continua. “L’umanità – avverte Veltroni – se non vuole che la cupezza di questa estate assomigli a quella del 1939, deve avere il coraggio di riconoscere i rischi e cercare nuove”. “Questa crisi” scrive l’ex segretario del Pd, “sta mettendo a dura prova la democrazia”. Che va riformate. “Mi risuona da anni nella mente l’ammonimento di Calamandrei sulle cause che uccidono le democrazie, che sono sempre perite non perché decidevano troppo ma perché decidevano poco”. “L’Italia, e forse ora la giovane Europa” “hanno bisogno di tornare al filamento del Dna essenziale della democrazia”.
Veltroni insiste sulla necessità che l’Italia e l’Unione europea vadano avanti “con riforme che rendano veloce, nitido e tracciabile il processo democratico”. “Allo stesso modo si sbaglierebbe ad accettare che identità e dialogo si separino lasciando il campo al riaffiorare di pretese di superiorità religiosa o etnica fondate sulla negazione dell’altro. La lama che ha tagliato il collo di James Foley e le mani di chi indicava le case dei cristiani – continua Veltroni – ci dicono che torna il demone dell’assoluto, quello che nega ogni pluralità”.
“Di fronte a questo chi ha conquistato” la libertà, sostiene Veltroni, “deve reagire”. “Per questo credo che oggi Obama stia facendo ciò che deve e che l’Europa fa bene a non voltare le spalle”. “Da questa crisi, come da quelle della Siria, della Libia, dell’Ucraina dipende l’equilibrio del mondo nuovo e persino alcune condizioni fondamentali” dell’uscita dalla recessione. Ma – sottolinea Veltroni – non bastano le armi, serve la politica. Quella grande, alta, libera e coraggiosa”