L’ex ministro della Difesa Mario Mauro, senatore dei Popolari per l’Italia e ciellino di ferro, spiega in un’intervista alla Stampa la natura del meeting di Comunione e Liberazione, quest’anno molto più global e meno interessato ai cortili nazionali.
“Il centro geopolitico è sul crocevia tra le coste del Libano e il Golfo Persico – spiega Mauro – dove si decidono le sorti del pianeta a dispetto degli Stati Uniti che hanno abbandonato l’area per tutelare i loro interessi sul Pacifico. Ma lì c’è per l’intera umanità il discrimine tra pace e guerra, civiltà e baratro. Inoltre, tra discriminazioni e persecuzioni, è in corso una guerra ai cristiani”.
E a proposito delle persecuzioni ai cristiani, il presidente di Pi attira l’attenzione sul pericolo della penetrazione della Jihad in Occidente: “Lo sguardo è al mondo. Dobbiamo chiederci perché ragazzi nati e cresciuti nei sobborghi di Londra o Parigi si trasformano in feroci assassini. Va scandagliata l’oscura coscienza dei jihadisti europei per tutelare la presenza cristiana in Medio Oriente. Attraverso la garanzia di queste minoranze passa la libertà di tutti”.
Per quanto riguarda l’intervista del premier Renzi al settimanale di CL “Tempi”, diretto da Luigi Amicone, Mauro mette in guardia: “Come nel resto del Paese, anche tra chi organizza e anima con generosità il Meeting, Renzi è considerato una speranza ovvero l’ultima risposta che la politica può mettere in campo. Diversamente si dovrebbe optare per qualcosa di diverso. Però non c’è cosa peggiore di una speranza cui segue una cocente delusione. E i cronoprogrammi sbandierati incautamente da Renzi mostrano la corda”.