Siria, “collaboriamo contro il terrorismo”
La Siria è pronta a rompere l’isolamento internazionale in cui versa? Sembra di sì, stando alle parole del ministro degli Esteri di Damasco Walid Muallem: “la Siria è pronta a cooperare e coordinarsi a livello regionale e internazionale per combattere contro il terrorismo e appoggia la risoluzione del consiglio di sicurezza Onu numero 2170 (si rivolge al contrasto, mediante sanzioni, delle organizzazioni terroristiche che operano in Siria e Iraq, ndr)”.
Non si esclude la collaborazione neanche con gli Usa ma sempre nell’ottica della risoluzione delle Nazioni Unite sulla lotta al terrorismo. Muallem però non si ferma qui: si potrebbero persino consentire delle azioni militari di Usa e Gb contro Isis e Fronte Al Nusra sul territorio siriano, a patto che queste vengano svolte in coordinazione con le forze di Damasco.
D’altra parte, ci tiene a precisare Muallem, “ se ci fosse stato un coordinamento tra Usa e governo siriano l’operazione (quella che avrebbe probabilmente salvato il reporter americano James Foley, ndr) non sarebbe fallita”.
Presto tornerà il dialogo tra Siria e Occidente? Al momento sembra necessario nell’ottica di un contrasto all’Isis. Contro lo Stato Islamico, fa notare sempre il ministro siriano, potrebbero non bastare più i raid aerei previsti da Washington dato che l’Isis ha ormai sotto il suo controllo larghe parti del territorio di Damasco (tra Iraq e Siria il Califfato è al momento esteso quanto l’Ungheria). Ieri gli jihadisti hanno conquistato l’aeroporto di Taqba, ultimo bastione di Assad nella provincia settentrionale di Raqqa.
A tal proposito Muallem ha anche manifestato l’intenzione di aumentare e migliorare i rapporti con le intelligence dei paesi vicini che dovranno condividere le informazioni con Damasco.
Nel frattempo in Iraq i curdi peshmerga che combattono contro l’Is guadagnano posizioni. Sono riusciti a conquistare tre villaggi nell’area di Jalawla, provincia di Dyala. Respinto l’attacco jihadista contro la città di Tuz Khurmatu.