Verso la rielezione del “Presidente dell’affetto” in Portogallo
Nonostante l’aggravarsi della situazione pandemica e il nuovo lockdown, il Portogallo è chiamato alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica. Il primo turno è previsto il prossimo 24 gennaio. Secondo i sondaggi ci sarà la riconferma del presidente uscente, Marcelo Rebelo de Sousa, figura che gode di una grande popolarità nel Paese. Vista l’emergenza sanitaria, circa 250 mila elettori hanno deciso di ricorrere al voto anticipato, tale opzione permette di esercitare il diritto di voto una settimana prima, in un seggio elettorale a scelta. È stata esclusa l’ipotesi del rinvio poiché avrebbe bisogno di una revisione costituzionale, che non si può realizzare senza la sospensione dello stato di emergenza. Ecco i candidati.
Marcelo Rebelo de Sousa
Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa, 72 anni, è un professore di diritto in pensione, ha guidato il Partito Social Democratico tra il 1996 e il 1999 e dopo meno di due decenni è diventato Capo dello Stato, il 9 marzo 2016. Il suo mandato si è contraddistinto per lo stretto contatto con i cittadini e per la sua costante presenza mediatica, con interventi sulle varie questioni di attualità nonché monitorando in modo attivo l’operato del governo e l’attività parlamentare. Lui stesso si definisce “orgogliosamente portoghese e, quindi, universalista; fermamente cattolico e, pertanto, dando il primato alla dignità della persona, ecumenico e contrario a uno Stato confessionale; certamente repubblicano e, quindi, avverso nepotismo, clientelismo e corruzioni; risolutamente socialdemocratico e quindi un sostenitore della democrazia e della libertà.”
Il presidente che è ideologicamente “a sinistra della destra” ha vissuto questo mandato di cinque anni in un quadro politico senza precedenti: un governo di minoranza guidato dal Partito Socialista del suo ex studente António Costa con l’appoggio esterno dei partiti di sinistra. È appoggiato ufficialmente dal Partido Social Democrata e dal CDS – Partido Popular.
Marisa Matias
Marisa Isabel dos Santos Matias, 44 anni, è una sociologa ed eurodeputata eletta da Bloco de Esquerda (Blocco di sinistra) dal 2009, partito di cui è leader, ha operato nell’ambito dell’ambiente e della salute pubblica. È stata rappresentante nazionale del “Movimento Cittadinanza e Responsabilità per il Sì”, nell’ambito del referendum nazionale per la depenalizzazione dell’aborto in Portogallo. È vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, come eurodeputata si è occupata della questione dei rifugiati ed a capo della Delegazione per i Rapporti con i Paesi della Mashriq. La sua candidatura alla presidenza del Portogallo è sostenuta, oltre che da Bloco de Esquerda, dal Movimento Alternativa Socialista.
Tiago Mayan
Tiago Mayan Gonçalves, 43 anni, è un avvocato e tra i fondatori del partito Liberal Initiative.
André Ventura
André Claro Amaral Ventura, 37 anni, è un professore universitario, presidente del partito Chega (partito di orientamento nazionalista e social-conservatore) e deputato dal 2019, anno in cui il partito si è presentato per la prima volta alle elezioni legislative ed ha eletto un parlamentare. È considerato dai media portoghesi, così come da alcuni politici e commentatori politici, il primo deputato di estrema destra con un seggio nell’Assemblea della Repubblica dopo la Rivoluzione dei garofani.
In passato aveva anche una rubrica nel giornale conservatore Correio da Manhã, il quotidiano più letto del Paese. Era un attivista del Partito Social Democratico e candidato per questo partito al Comune di Loures nel 2017. Spesso al centro di polemiche per le sue dichiarazioni razziste e contro la comunità rom. All’inizio della campagna elettorale portoghese, la presidente del partito nazionale francese di Rassemblement National, Marine Le Pen, ha confermato che sarebbe andata a Lisbona per sostenere la candidatura presidenziale di André Ventura.
Vitorino Silva
Vitorino Francisco da Rocha e Silva (detto Tino de Rans), 49 anni, è un personaggio televisivo ed in passato un politico eletto tra le fila dei socialisti. Divenne famoso a livello nazionale per il discorso che tenne al Congresso del Partito socialista nel 1999, fece ridere i militanti e si concluse con un abbraccio all’allora segretario generale António Guterres, ora segretario generale delle Nazioni Unite. Ha partecipato come concorrente al reality show “Celebrity Farm” e al Grande Fratello Vip. Cinque anni fa si candidò alla presidenza della Repubblica, ottenendo ottenuto il 3,28% dei voti, e nel 2019 ha fondato il partito ecologista RIR (Reagisci, Includi, Ricicla).
João Ferreira
João Manuel Peixoto Ferreira, 42 anni, è un biologo, eurodeputato e consigliere comunale di Lisbona. Al Parlamento europeo, João Ferreira è vicepresidente del Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica (GUE/NGL). La sua candidatura è appoggiata da alcuni personaggi pubblici portoghesi, come lo storico e poeta António Borges Coelho. Oltre al Partito Comunista Portoghese, Ferreira è sostenuto dal partito ecologista “Os Verdes“.
Ana Gomes
Ana Maria Rosa Martins Gomes, 66 anni, è una ex diplomatica e avvocato, si è contraddistinta come capo della delegazione portoghese in Indonesia durante il processo di indipendenza di Timor-Leste. Attualmente è un attivista di base del PS, partito per il quale è stata eurodeputata tra il 2004 e il 2019. Il Partito Socialista ha deciso di lasciare libertà di voto ai propri elettori in queste presidenziali, nonostante ciò, Ana Gomes ha raccolto il sostegno di figure socialiste come lo storico Manuel Alegre, l’ex eurodeputato Francisco Assis, il ministro delle Infrastrutture e dell’edilizia abitativa, Pedro Nuno Santos, o il Segretario di Stato per gli affari parlamentari, Duarte Cordeiro; oltre a quello del partito eco-socialista “Libre” e “PAN”.
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I temi
Nonostante gli attacchi da parte di tutti i suoi avversari elettorali, Marcelo Rebelo de Sousa ha dominato il dibattito presidenziale, tenutosi sul primo canale portoghese (RTP1), martedì scorso, anche senza poter lasciare casa, poiché in isolamento dopo essere risultato positivi al Covid-19; il presidente uscente ha difeso il suo mandato “che ha creato le condizioni per il corretto funzionamento delle istituzioni”, nonostante alcuni “volevano un presidente più allineato a destra o a sinistra”. Sousa ha inoltre sottolineato l’importanza di accelerare con le vaccinazioni e “ricreare il Paese in termini strutturali”, anche attraverso il sostegno economico e sociale per evitare che le “disuguaglianze non diventino ancora più insostenibili”.
Il candidato comunista João Ferreira ha definito gli affetti di Marcelo Rebelo de Sousa “scarsamente distribuiti come la ricchezza del Paese”, mentre il leader e deputato di Chega André Ventura ha descritto il capo di Stato come “una delusione”. “Tra Marcelo Rebelo de Sousa e António Costa non si sa dove finisce e dove inizia l’altro”, ha aggiunto Tiago Mayan Gonçalves.
Per l’ex eurodeputata socialista Ana Gomes, “il presidente della Repubblica deve essere il garante della stabilità, ma non della stabilità del blocco centrale di interessi che da decenni sta danneggiando il Paese”. L’europarlamentare del “Blocco” Marisa Matias ha considerato il “partenariato” tra il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro “corretto” e “in nome della stabilità politica”, ma ha aggiunto che questo ha generato “blocchi nella risoluzione di problemi strutturali”.
La sanità
Come previsto, la salute è stata un fattore di divisione tra i candidati ed al centro del dibattito. Ana Gomes che ha ribadito la necessità di una requisizione civile degli ospedali privati per fronteggiare la pandemia. Nello stesso senso, Marisa Matias ha difeso il Servizio Sanitario Nazionale (SNS), che subito un forte disinvestimento ed è stato “particolarmente maltrattato” dall’esecutivo di Pedro Passos Coelho, mentre il comunista João Ferreira ha fatto appello affinché lo Stato “regoli l’attività privata” nel settore. Da parte sua, Vitorino Silva ha sostenuto che più importante della differenza tra settore pubblico e privato è quello di salvare i pazienti, André Ventura ha chiesto il “equilibrio tra pubblico e privato”.
Sistema elettorale
Secondo la legge portoghese, il candidato deve ricevere la maggioranza assoluta dei voti (50% più un voto) per essere eletto. Se nessun/a candidato raggiunge la maggioranza al primo turno, si va al ballottaggio tra i due più votati. Per candidarsi, ogni candidato deve raccogliere 7500 firme entro un mese prima delle elezioni (24 dicembre 2020) e presentarle alla Corte costituzionale del Portogallo. Qualsiasi cittadino di nazionalità originaria portoghese, nel pieno esercizio dei propri diritti e di età superiore ai 35 anni, ha la possibilità di candidarsi alla presidenza.
Le precedenti elezioni
Dopo i dieci anni alla presidenza della Repubblica di Aníbal Cavaco Silva, alle elezioni del 10 e 22 gennaio 2016 vinse al primo turno Marcelo Rebelo de Sousa con il 52.15% dei voti. Rebelo de Sousa era appoggiato dal Partito Social Democratico, dal CDS – Partido Popular e dal Partito Monarchico Popolare. Arrivò invece secondo il candidato di sinistra António Sampaio da Nóvoa con il 22,78%, sostenuto da LIBRE e dal Partito Comunista.
Sondaggi
Tutti i sondaggi sono d’accordo nel sostenere il trionfo del presidente della Repubblica uscente con margine ampissimo, tra il 58% e il 70%. Gli unici candidati che potrebbero superare la soglia del 10% sono Ana Gomes e André Ventura.