Solo cinque mesi alla Presidenza di Scelta Civica, il partito fondato da Mario Monti, per Alberto Bombassei: l’industriale bergamasco ha lasciato la carica con una lettera polemica sia verso il governo Renzi, sia verso i suoi, ormai “appiattiti” sulle posizioni dell’ex sindaco di Firenze.
Il proprietario del gruppo Brembo ha, tuttavia, precisato che le sue dimissioni non costituiranno anche l’abbandono della politica, in quanto “voglio onorare l’impegno da Parlamentare della Repubblica Italiana, se sarà possibile all’interno di SC, il più attivamente possibile e con maggior libertà di azione di sostenere il ruolo e lo sviluppo dell’industria manifatturiera italiana”.
Bombassei, nella sua lettera di dimissioni, sembra avercela con gli esponenti di Scelta Civica che, grazie a trattative più o meno alla luce del sole, hanno sacrificato le proprie idee, le idee che hanno animato la nascita del proprio partito per entrare a far parte del governo Renzi; trovatosi in minoranza rispetto a queste decisioni, Bombassei, ha deciso di abbandonare la carica che fu di Mario Monti che, tra l’altro, molto tempo fa ha deciso di fare le valigie.
“Questa è la politica mi hanno detto, sicuramente non quella che voglio praticare io” ha scritto Bombassei, nella sua lettera di dimissioni, che pur “apprezzando la volontà riformatrice dell’ex sindaco di Firenze” non ha condiviso “il percorso che ha portato alla caduta del governo Letta”.
“Sapete quanto fossi convinto che, essendo figli del profilo e del consenso essenzialmente economico del governo Monti, la nostra responsabilità istituzionale all’interno del governo Renzi dovesse ricadere su un ministero di natura economica, come quello dello Sviluppo economico e quello del Lavoro. Contrariamente al mio pensiero, le scelte sono state diverse e soprattutto sono state promosse con modalità che mi sono estranee – ha aggiunto Bombassei nel proseguo della lettera, concludendo con un giudizio negativo sulla legge elettorale che metterebbe a rischio la “terzietà” si SC – un aspetto che ha costituito uno dei sostanziali elementi caratterizzanti della nostra avventura politica, lasciandoci la libertà di non concedere sconti a ogni iniziativa che fosse andata contro quelli che noi riteniamo essere gli interessi del paese. Tutto ciò non sarà più possibile e mi mette profondamente a disagio”.
Guglielmo Sano