Umberto Bossi è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Bergamo. Due i capi di imputazione contestati all’ex segretario della Lega Nord: offesa al decoro e all’onore del Presidente della Repubblica e vilipendio alle istituzioni.
La vicenda risale al 29 dicembre 2011 quando, durante un comizio ad Albino, l’allora leader del Carroccio apostrofò con l’epiteto “Terùn” il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, facendo anche il gesto delle corna.
Il processo a Umberto Bossi inizierà il 3 febbraio 2015 e si svolgerà davanti a un collegio di giudici. Nelle affermazioni del senatur è stata riconosciuta l’aggravante della discriminazione etnica, in base a una sentenza della V sezione penale della Corte di cassazione del novembre 2011, che ha qualificato il termine “tèrun” come una espressione con “connotazione odiosamente razzista“.
Il Senatùr è tutt’altro che nuovo a questo genere di sparate: tutti ricordano la frase offensiva rivolta alla bandiera italiana (“Col tricolore mi ci pulisco il c…”). pronunciata nel 1997 e per la quale nel 2001 venne condannato in primo grado ad una reclusione di 1 anno e 4 mesi, pena poi commutata in una multa. Nel 1998, invece, Bossi offese l’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro ma se la cavò grazie alla libertà di opinione.