Parla l’ex presidente del consiglio e senatore a vita Mario Monti che si esprime sull’attuale inquilino di Palazzo Chigi: “Renzi ha dimostrato di possedere in misura spiccatissima una qualità molto rara da trovare in un politico, una dote essenziale per ottenere il consenso alle riforme. Lui sa essere un grande coach: sa parlare agli italiani, sa motivarli, instillare orgoglio e speranza. Dove è ancora difficile giudicare Renzi è invece sulla reale capacità di governare. Cioè di far fronte a questa domanda di governo con un’offerta adeguata, cioè con veri e precisi provvedimenti, forti e operativi”.
Per l’ex premier Mario Monti, intervistato da Repubblica, “la squadra deve segnare qualche goal” e il premier “dovrebbe dedicare più tempo ed energia a mettere in opera strumenti di governo. Dalla visione all’azione, dal sogno alla concretezza”. Rispetto al 2011 “l’emergenza è dello stesso livello, cambia il modo di manifestarsi”, dice Monti. “Oggi la finanza pubblica è sotto controllo ma l’economia non riesce a prendere quota e costituisce anche una zavorra per l’occupazione. Il fatto che non squilli tutti i minuti il campanello dello spread non significa che l’allarme sia meno grave”.
“Le riforme da fare sono ancora molte e un orologio funziona solo quando tutti gli ingranaggi sono a posto” osserva Monti. “Inoltre in Italia c’è la pericolosa abitudine di rimettere in discussione pezzi delle riforme già fatte”, dice il senatore a vita riferendosi alla riforma delle pensioni e all’imposta sulla prima casa, “la cui mancanza era difficile da giustificare in un paese che ha un’enorme ricchezza privata, in buona parte immobiliare, e un altrettanto enorme debito pubblico. Queste due riforme – sottolinea – non hanno soltanto salvato la finanza pubblica ma anche creato spazi per la crescita. Questi spazi, i due governi successivi non li hanno però destinati prioritariamente alla crescita”.