Lunedì scorso si sono svolte nella provincia canadese del Québec le elezioni per la nomina dei 125 membri dell’Assemblée nationale du Québec. Alle urne è stata registrata un’affluenza pari al 71,43% mentre, per quanto riguarda il risultato elettorale, si è registrato un sorprendente risultato: guadagnando appena il 25,38% dei voti, i separatisti del Parti Québécois hanno subito un’amara sconfitta, alla quale ha fatto seguito l’annuncio delle dimissioni da leader dello stesso partito di Pauline Marois, nonché Primo ministro uscente del Québec.
Di conseguenza, il Parti Québécois ha conseguito 30 dei 125 seggi dell’Assemblée nationale du Québec, mentre al Parti Libéral du Québec, guidato da Philippe Couillard, sono stati assegnati 70 grazie all’ottenimento del 41,52% dei consensi. I restanti 25 seggi sono stati assegnati agli altri due principali partiti concorrenti: 22 seggi alla Coalition Avenir Québec di François Legault (23,05%), mentre gli altri 3 al Québec solidaire di Françoise David e Andrés Fontecilla (7,63%).
Con la vittoria del Parti Libéral du Québec svanisce la possibilità di adottare la “Charte des valeurs québécoises”, ovvero il progetto di legge N. 60 depositato il 7 novembre 2013 presso l’Assemblée nationale du Québec. Gli obiettivi di tale legge sarebbero: modificare la “Charte québécoise des droits et libertés de la personne”; affermare un obbligo di riservatezza e di neutralità per il personale statale; vietare l’uso di eventi simboli religiosi da parte del personale dello Stato; l’obbligo del viso scoperto quando si offre o si riceve un servizio dello Stato; stabilire una politica di attuazione per le agenzie statali.
Couillard ha promesso di formare un governo stabile, competente e onesto, e di ripristinare la bandiera canadese sopra la sede dell’Assemblée nationale du Québec, che era stata rimossa dal Parti Québécois. Subisce, quindi, una dura frenata la corsa verso un nuovo referendum del partito separatista e, come dichiarato dal capo del governo del Canada, Stephen Harper, i risultati del voto “dimostrano chiaramente che gli abitanti del Québec hanno respinto l’idea di un referendum e vogliono un governo concentrato sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro”.