Ha giurato davanti al Parlamento di Ankara. Ha promesso di essere “fedele alla Costituzione, allo Stato di diritto, alla democrazia, ai principi e alle riforme di Atatürk e ai principi della repubblica laica”. In Turchia, Recep Tayyip Erdoğan ha ufficialmente incominciato il suo mandato da presidente della Repubblica dopo aver vinto le elezioni dello scorso 10 agosto. Erdoğan succede ad Abdullah Gul e resterà in carica cinque anni.
Entro fine settimana la Turchia avrà anche un nuovo governo. A presiederlo sarà Ahmet Davutoğlu che ha anche preso la guida dell’Akp, il partito di Erdoğan: il nuovo premier non sarà un burattino, ha detto il presidente.
Davutoğlu guiderà il partito alle elezioni del 2015: Erdoğan punta infatti a riuscire ad avere abbastanza forza parlamentare da modificare l’assetto costituzionale della Turchia in direzione di un sistema politico presidenziale.
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Parlando ieri ai membri del suo partito, Erdoğan ha detto che il suo trasferimento al palazzo presidenziale segnerà la nascita di una nuova Turchia e che il paese consoliderà il suo ruolo di potenza regionale.
Erdoğan ha annunciato di voler rendere la presidenza qualcosa di più efficace, non più solo un ruolo cerimoniale: ha già fatto sapere poi di avere tutta l’intenzione di utilizzare a fondo i poteri che la costituzione gli dà.
Gli oppositori del presidente hanno paura che Erdoğan, dopo aver servito per tre mandati come primo ministro, possa consolidare la sua posizione di uomo forte della Turchia. L’agenzia Reuters ha riportato i timori degli oppositori, spaventati dall’idea di un sistema presidenziale che concentrerà troppo potere nelle mani di un leader dagli istinti autocratici.
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