Sblocca Italia, riscritto il capitolo infrastrutture. Scontro Renzi-Lupi
Nella riunione del Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, la prima dopo la pausa estiva, non si discuterà solo di giustizia. Nello “Sblocca Italia”, infatti, questo il nome scelto dal premier Matteo Renzi per ribattezzare il pacchetto di riforme, erano state annunciate anche nuove norme su grandi opere e la semplificazione burocratica per acquisti e compravendite immobiliari. Se dalla bozza, diversamente da quanto annunciato nei giorni scorsi, restano fuori le linee guida sulla scuola per evitare un “ingorgo istituzionale”, riportano fonti vicine a Palazzo Chigi, anche la parte del decreto affidata al ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e ai suoi collaboratori in realtà sembra essere stata ridimensionata in interventi e costi.
Negli incontri preliminari di ieri, infatti, si sarebbe consumato un corpo a corpo tra Renzi e il ministro Lupi. Tant’è che per mettere una pezza al disastro di conti e cifre del capitolo infrastrutture il premier avrebbe rinviato anche l’appuntamento con il Guardasigilli Andrea Orlando. Bisogna essere precisi, niente voli pindarici sulle coperture, avrebbe intimato Renzi a Lupi, ordinando di riscrivere buona parte dei testi. Il Presidente del Consiglio preferisce essere cauto e ridimensionare obiettivi e inteventi, soprattutto in vista del vertice straordinario di domani a Buxelles. Meglio apparire affidabili anziché promettere la luna per poi essere sconfessati dalla Ragioneria dello Stato, avrà pensato Renzi. I soldi, infatti, sono pochi. Del resto anche lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aveva ribadito ieri al Tg2 che “le coperture ci sono là dove servono”. Lo Sblocca Italia, dunque, sarà come annunciato una manovra a costo zero.
INFRASTRUTTURE – Nelle intenzioni del governo, la maggiore spinta all’economia sarebbe dovuta arrivare dallo sblocco di piccole e grandi opere, con l’apertura di cantieri fermi e interventi mirati a sostegno dell’edilizia. Del provvedimento originario, però, resta bene poco. Di quella che Renzi aveva presentato come il “cuore della riforma” resta solo un intervento da non più di quattro miliardi. 60 milioni per quest’anno, 415 milioni per il 2015 e 88 nel 2016. E per far ripartire le “grandi opere” ( altà velocità, infrastutture e cantieri) bisognerà aspettare almeno altri due anni. “Troppa carne al fuoco” e nessuna copertura precisa, hanno fatto notare Padoan e Renzi al responsabile delle Infrastruttre. Meglio puntare su piccoli e mirati interventi. Così del provvedimento originario restano solo gli sgravi fiscali per chi acquista un immobile da rimettere sul mercato in affitto con canone concordato a otto anni e gli sconti sulle imposte immobiliari ( registro e ipoteca). Nessuna traccia, invece, di bonus edilizi e antisismici. In queste ore Maurizio Lupi e i tecnici del ministero delle Infrastrutture sono al lavoro per limare e riscivere le bozze. Chissà se oggi, dopo il Consiglio dei Ministri, Renzi non riservi sorprese dimostrando “flessibilità” sui conti del collega di governo.
Carmela Adinolfi