La trattativa per la vendita di Alitalia sta entrando nella fase conclusiva. Il premier italiano Matteo Renzi ha ricevuto a palazzo Chigi l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan.
All’incontro era presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Le trattative tra Alitalia e la compagnia mediorientale vanno avanti da settimane e non senza alcune polemiche, soprattutto da parte della compagnia tedesca Lufthansa che ha contestato la legittimità dell’accordo.
A confermare la trattativa anche il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. “Siamo arrivati alla conclusione. I tempi non li decide il Governo, ma Alitalia ed Etihad. Però condividiamo il piano e aspettiamo la lettera di intenti”. “Siamo a buon punto”, ha continuato Lupi. “Ieri Hogan ha incontrato il presidente del consiglio e oggi ha incontrato me: abbiamo lavorato a lungo, due ore, per quanto di competenza del governo”.
Intanto cresce la preoccupazione dei sindacati per la situazione di incertezza e soprattutto per il rincorrersi di indiscrezioni sul rischio di ulteriori esuberi, che potrebbero arrivare fino a 3000 unità (eventualità smentita dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi). E per verificare l’attendibilità dei numeri che circolano, non resta che aspettare la lettera d’interni della compagnia di Abu Dhabi, che attesa ormai da più di una settimana, potrebbe essere recapitata a Roma nel week end.
Inoltre, tra i punti più delicati dell’eventuale accordo, è possibile che si chieda un taglio degli stipendi. Alitalia, infatti, avrebbe in mente di chiedere ai comandanti istruttori e cotrollori, circa 80 persone, di ridursi in via volontaria il 20% dell’indennità (circa 300-500 euro lordi). Di fronte a questa possibilità, oggi le associazioni di categoria Uiltrasporti e l’Anpac sono state piuttosto critiche nei confronti della compagnia italiana: “Siamo disponibili”, si legge nel comunicato, “a discutere con Alitalia sul prossimo piano congiunto con Etihad, ma stigmatizziamo e rifiutiamo ogni tentativo da parte aziendale di porre in atto azioni unilaterali o ricattatorie”.
Tra le altre possibili condizioni di Etihad per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia, c’è poi la questione del debito della compagnia italiana, di cui la società araba vorrebbe la ristrutturazione per almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu Dhabi ci sarebbero anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino, la liberalizzazione degli slot di Linate e un “ridisegno” delle rotte, con un aumento dei voli intercontinentali.
Alessandra Scolaro