Un giro d’affari da 170 miliardi all’anno. E’ quanto stimato dalla Cgia di Mestre a proposito dell’economia criminale. Tra reati come operazioni finanziarie illecite, traffico di armi, contrabbando, prostituzione e riciclaggio, l’economia criminale mostra di essere in “perfetta salute”, tanto che le cifre sarebbero aumentate addirittura del 212% nel giro di cinque anni.
COME IL PIL DEL LAZIO – “La stima del valore economico prodotto dalle attività criminali è il frutto di una nostra elaborazione realizzata su dati della Banca d’Italia”, spiega Giuseppe Bortolussi, direttore della Cgia. Che esclude dal computo “reati violenti come furti, rapine, usura ed estorsioni”, conteggiando solamente “transazioni illecite concordate tra il venditore e l’acquirente”. Un giro di attività criminali che portano appunto ai 170 miliardi annui, vale a dire “l’equivalente del Pil di una regione come il Lazio”.
AUMENTO SEGNALAZIONI – L’aumento del giro d’affari criminale coincide anche con l’incremento delle segnalazioni pervenute all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Il dato è inequivocabile: si passa dalle 20 mila segnalazioni del 2009 alle oltre 64 mila del 2013, anche se il picco si è registrato nel 2012, vicino a quota 67 mila. Un boom di denunce che, secondo Bortolussi, “è un segnale molto preoccupante” in quanto “abbiamo il forte sospetto che l’aumento delle segnalazioni registrato in questi ultimi anni ci dimostri che questa parte dell’economia nazionale è l’unica che non ha risentito della crisi”.
MAPPA – L’ufficio studi della Cgia ha anche mappato le segnalazioni di riciclaggio del 2013 a livello regionale. A guidare la classifica è la Lombardia (11.575 segnalazioni), davanti a Lazio (oltre 9 mila) e Campania (poco sopra 7 mila). A seguire Veneto e Lombardia (entrambe appena sotto 5 mila), a formare un quintetto di regioni con circa 38 mila segnalazioni, cioè circa il 60% dell’intero ammontare a livello nazionale.