La rivelazione di Totò Riina: “Berlusconi ci dava 250 milioni ogni sei mesi”
Dichiarazioni che faranno discutere. Il quotidiano “Repubblica” pubblica le nuove rivelazioni del boss Totò Riina a proposito del rapporto tra mafia e politica, con esplicito riferimento a Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.
RIVELAZIONI SCOTTANTI – “A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi”, è la rivelazione di Riina a proposito del rapporto con Berlusconi, secondo quello che sarebbe il contenuto del dialogo tra il capo di Cosa nostra e un suo compagno di ora d’aria. Una frase finita nelle intercettazioni disposte dai pm di Palermo nel processo “trattativa”.
DELL’UTRI FIGURA CHIAVE – Nell’accordo viene evidenziata la figura chiave di Marcello Dell’Utri, il cui ruolo è già stato accertato dalla Cassazione con la condanna in via definitiva dell’ex braccio destro di Berlusconi. Dell’Utri sarebbe stato l’intermediario fra i vertici della mafia e Berlusconi, il quale era terrorizzato dall’ipotesi di subire un sequestro ma anche eventuali attentati ai suoi ripetitori in Sicilia. “Quello… è venuto il palermitano… mandò a lui, è sceso il palermitano ha parlato con uno… si è messo d’accordo… Dice vi mando i soldi con un altro palermitano. Ha preso un altro palermitano, c’era quello a Milano. Là c’era questo e gli dava i soldi ogni sei mesi a questo palermitano. Era amico di quello… il senatore”, è quanto rivelato da Riina. Secondo il lavoro investigativo il palermitano sarebbe il boss Tanino Cinà, che negli anni Settanta suggerì a Dell’Utri – definito da Riina “persona seria” – di mandare Vittorio Mangano come stalliere ad Arcore quando Berlusconi cercava protezione.
CATANIA – La situazione invece andò diversamente a Catania, come emerso dalle carte dei processi. Riina parla della Standa: “Gli hanno dato fuoco alla Standa ed i catanesi dicono: ma vedi di…. Non ha le Stande? gli ho detto: da noi qui ha pagato… così li ho messi sotto. Gli hanno dato fuoco alla Standa… minchia aveva tutte le Stande della Sicilia. Gli ho detto: bruciagli la Standa”. Il monologo di Riina è agli atti del processo Stato-Mafia, in quanti per i pm è una conferma del ruolo di intermediario svolto da Dell’Utri nella seconda fase della trattativa. Da Riina anche una stoccata al ministro Alfano, definito “disgraziato”, mentre il compagno d’ora d’aria concorda: “Il più cattivo ministro di sempre, si sta impegnando per i sequestri di beni”.