“Nessuno mi ha avvertito, lo trovo singolare, mi sembra anche una mancanza di rispetto per i due poliziotti che mi seguono ogni giorno”. A parlare è don Luigi Ciotti che – intervistato dal quotidiano ‘Repubblica’ – si esprime a proposito delle minacce mafiose ricevute direttamente dal gran capo di Cosa Nostra, Totò Riina.
SABATO POMERIGGIO – Don Ciotti svela di essere venuto a conoscenza delle minacce “solo sabato pomeriggio”. L’avvertimento da parte di Riina, che minacciava a Ciotti di far fare la stessa fine di don Pino Puglisi – prete assassinato X anni fa dalle cosche – fa parte del materiale depositato a proposito del processo sulla trattativa tra Stato e mafia. “Le minacce di Riina sono molto significative ma non temo nulla”, dice don Ciotti, che aggiunge: “quelle parole non sono rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent’anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese”.
SOLIDARIETA’ DA RENZI – Il prete svela che “il primo a telefonarmi, di buon mattino, è stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Mi ha ribadito la sua solidarietà e la sua vicinanza”. A proposito delle minacce, Don Ciotti non si scompone: “Sono molto significative ma non temo nulla”. E ricorda che il suo impegno antimafia è “un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, al suo stare dalla parte delle vittime, degli esclusi”. Certo è che – prosegue Ciotti – tali minacce testimoniano come i malavitosi si sentano in pericolo: “Sentono che l’insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze, dalle comunità che rialzano la testa e non accettano più il fatalismo, la sottomissione, il silenzio”. Un cammino che, aggiunge Ciotti, ha bisogno del sostegno di tutti, politica compresa.