L’entusiasmo e la spensieratezza sono quelle del primo giorno di scuola. A Coverciano è iniziata ufficialmente l’era di Antonio Conte, chiamato a ricostruire una Nazionale tornata a pezzi dopo la disastrosa kermesse mondiale. Il cittì ha già diretto nella mattinata il suo primo allenamento e ha parlato ai microfoni ribadendo un concetto fondamentale, “io non regalo niente a nessuno”. Uomo avvisato, mezzo salvato.
STILE CONTE – In queste prime settimane da commissario tecnico della Nazionale italiana, Conte non ha perso un secondo e si è dato un gran bel da fare. In pochi giorni ha anzitutto visitato gran parte dei ritiri di Serie A, intrattenendosi a lungo con allenatori e giocatori.
D’altronde, come aveva detto il giorno della sua presentazione, “serve l’aiuto e la collaborazione di tutti, anche dei tecnici di A, per riportare la Nazionale in alto”. E poi ci sono tutti quelle pagine di appunti raccolti durante i match ai quali ha assistito assieme al neo Team Manager Gabriele Oriali. Lavoro, lavoro e ancora lavoro: secondo Conte, “solo lavorando si ottengono grandi risultati”.
L’ITALIA SECONDO CONTE – “Voglio una Nazionale cattiva, umile e coraggiosa”: è questa l’Italia che ha in mente l’ex Juve, uno che da calciatore ha vinto tantissimo grazie ad una maniacale dedizione al lavoro, ai sacrifici e al sudore. “Nella mia vita nessuno mi ha mai regalato nulla”, confessa, “ed io farò così anche da cittì”. Tradotto: nessuno ha ( e avrà ) il posto assicurato, tutti dovranno dimostrare di meritarsi l’Azzurro e non ci saranno eccezioni.
Nemmeno per Mario Balotelli, considerato il futuro del calcio italiano ed emigrato a Liverpool dopo un’annata infelice col Milan. Il movimento calcistico italiano ha bisogno, ora come non mai, di talenti nostrani. L’allarme lo lancia lo stesso Conte, secondo il quale “gli italiani devono avere più spazio nei nostri campionati, visto che così si rischia molto”.