Renzi-Landini, la strana coppia
Il nemico di un mio nemico, spesso e volentieri, è un mio amico. Deve essere stata questa l’informale base per l’intesa tra Matteo Renzi e Maurizio Landini. La strana coppia, nata in funzione anti Camusso, sembra, comunque, reggere. Ma mai un duo poteva essere più eterogeneo.
Maurizio Landini rappresenta la sinistra della Cgil, l’area metalmeccanica. Le celeberrime tute blu. Ai ferri corti, da tempo ormai, con la capo sindacalista di Corso Italia, ha trovato un’importante sponda col leader del centrosinistra forse più lontano dalla sua idea di politica: Matteo Renzi. Effettivamente Landini, almeno sulla linea della teoria storica, si sarebbe trovato più a suo agio a parlare con Bersani, piuttosto che con D’Alema o Veltroni. Al contrario, oggi, il leader forse più radical chic di sempre del centro sinistra (Renzi, ndr) si trova ad essere l’interlocutore di Landini.
Gli incontri sono sempre più frequenti. Da una parte il sindacalista emiliano apprezza alcune mosse del nuovo esecutivo (gli 80 euro, come spinta ai consumi, rientrano nella logica dell’apprezzamento), dall’altra parte Renzi, sempre insofferente verso la parte sinistra dell’emiciclo (al contrario riesce a strappare parecchi consensi dalla destra) gradisce ed esalta la rottura che Landini porta all’interno dello storico sindacato della sinistra.
L’ultimo incontro della ‘strana coppia’ si è verificato il 27 agosto presso Palazzo Chigi. “Abbiamo parlato delle crisi. Lo sapete che cosa succede da settembre?”, ha risposto provocatoriamente Landini ai cronisti assedianti, prevedendo un altro – l’ennesimo – autunno caldo. Di politica industriale si è anche discorso. E del meeting ha anche parlato Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat-Crysler. “Come dicono gli americani – ha affermato il dirigente italiano naturalizzato canadese – good luck”, restando un po’ perplesso della strane asse, sebbene “in ogni caso – ha aggiunto – non sono geloso”.
Daniele Errera