Nell’Europa che rinnova le sue cariche istituzionali resta da definire la squadra che comporrà la Commissione targata Jean-Claude Juncker. Come ha scritto Il Sole 24 Ore, l’unica delega sicura sembra essere quella della Sanità, destinata al lituano Vytenis Povilas Andriukaitis. Tutto il resto sarà frutto di una catena di decisioni dove la più importante è quella che riguarda il Commissario per gli Affari economici.
Negli ultimi giorni la stampa internazionale ha fatto a gare per riuscire ad anticipare le mosse di Juncker. L’indiscrezione più importante è stata quella del tedesco Der Spiegel: la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe deciso di non ostacolare la nomina del francese Pierre Moscovici quale commissario agli Affari economici, a patto però che ci sia anche l’ex primo ministro finlandese Jyrki Katainen come ‘supervisisore’ in qualità di vicepresidente della Commissione. L’Yle, la radiotelevisione di stato finlandese, ha scritto che Katainen potrebbe diventare una figura estremamente influente all’interno delle istituzioni europee assumendo l’incarico di coordinatore del lavoro economico per la crescita e l’occupazione.
La nomina di Moscovici andrebbe in porto dopo settimane di perplessità da parte della Germania. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schâuble aveva espresso dubbi sul fatto che ad avere un incarico così importante potesse essere un esponente di un paese come la Francia, i cui conti pubblici sono tutt’altro che in ordine: le previsioni di metà agosto parlano di un deficit per il 2014 oltre il 4 per cento del Pil, peggio del 3,8 precedentemente stimato. Dare a Katainen, esponente della linea del rigore, un ruolo di primo piano servirebbe a rassicurare Berlino.
Photo by European People’s Party – CC BY 2.0
Un’altra opzione è quella che vedrebbe sia Katainen che Moscovici approdare ad altri portafogli all’interno della Commissione europea: Moscovici potrebbe avere quella delega allo sviluppo dell’Ue di cui si era già parlato settimane fa. Katainen potrebbe finire a gestire la politica industriale europea.
Anche la Danimarca aspetta una delega pesante. Per settimane il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt è stata in corsa per il ruolo di presidente del Consiglio europeo, incarico andato poi al polacco Donald Tusk. Thorning-Schmidt resta quindi a Copenhagen. Ad andare a Bruxelles sarà Margrethe Vestager, ministro dell’Economia e degli Interni e leader del Partito della Sinistra Radicale danese. O meglio: ex in entrambe le cose. Thorning-Schmidt infatti è stata costretta a procedere a un rimpasto di governo, considerato che Vestager (personalità di peso nel panorama danese) è stata proposta dal suo governo e pare destinata a un ruolo di spessore all’interno delle istituzioni europee. “Il presidente Juncker mi ha detto che Vestager avrà un incarico importante corrispondente alle sue notevoli competenze” ha dichiarato un paio di giorni fa Thorning-Schmidt.
Juncker ha in testa un calendario preciso che passa per il voto di fiducia del Parlamento europeo tra il 20 e il 23 ottobre, così da permettere alla nuova Commissione europea di insediarsi il 1 novembre, quando cioè terminerà il lavoro della squadra guidata da Barroso. Per riuscirci, Juncker vorrebbe presentare i suoi commissari entro l’inizio della prossima settimana. Anche il rebus della presenza femminile pare essere risolto. Nelle ultime ore alcune donne sono state lanciate dai propri governi, abbastanza per consentire a Juncker di arrivare ad avere almeno nove donne in Commissione.
Immagine in evidenza: photo by European People’s Party – CC BY 2.0