Con le dimissioni di Vasco Errani, nella vecchia e rossa Emilia-Romagna si è aperta la corsa alla successione per la carica di Presidente della Giunta Regionale. Del governatore, insomma. Il vuoto lasciato dallo storico Presidente (4 mandati) sarà colmato dalla persona più votata alle elezioni primarie: Stefano Bonaccini sembra in vantaggio su Matteo Richetti, il quale attacca la dirigenza dem per sostenere esclusivamente il consigliere regionale modenese e segretario del Pd regionale del partito.
Richetti spara a zero sull’apparato partitico nella regione rossa, in un’intervista a Radio Città del Capo: “prendo atto, come prendono atto tutti, che in queste ore tutto il gruppo dirigente del partito si sta oggettivamente compattando e a me dispiace perché noi abbiamo messo in campo alcune proposte, abbiamo parlato di sanità, di innovazione, di imprese, di formazione e di welfare. Stefano presenterà le sue nei prossimi giorni e prima ancora che possa esserci un confronto di idee c’è già un posizionamento preventivo”. Un j’accuse vero e proprio: Richetti sostiene come si sia sacrificato il dibattito sull’altare delle correnti, della fedeltà politica, delle conseguenze dell’organizzazione (oligarchia).
Una partita che, però, non rinuncia a disputare, è ovvio. Ma con un crescente senso di amarezza: “qualcuno si ritiene maggiormente appartenente ad una comunità politica e qualcun altro ormai da tempo viene considerato un po’ ai margini”, afferma Richetti, deputato ed ex Presidente del Consiglio Regionale emiliano. E’ lo stesso Bonaccini a non starci e decide, così, di rispondere per le rime grazie ad un cinguettio su twitter: “la maggioranza dei sindaci dell’Emilia-Romagna mi sosterrà alle primarie. Sono apparato anche loro che son stati eletti dai cittadini?”, si chiede retoricamente il numero 1 del Pd regionale.
Daniele Errera