“Dopo aver tentato di distruggermi politicamente, ora vogliono farmi passare per un riccone sfondato”. Questa la reazione di Roberto Formigoni alla decisione della Procura di Milano, che ieri ha posto sotto sequestro conti correnti, proprietà immobiliari ed automobili dell’ex Governatore della Lombardia.
“Hanno messo sotto sequestro un conto con 18 euro di attivo ed un altro con 75 mila euro di rosso, spero che ora almeno il mio debito in banca sia da considerarsi estinto“, la reazione ironica del Celeste – intervistato dal “Corriere della Sera” – dinanzi al blocco dei conti correnti a lui intestati. Che aggiunge: “la villa non è intestata a me, le tre auto non sono certo delle fuoriserie, la casa di Sanremo è stata ereditata mentre negli appartamenti di Lecco ci vivono i miei fratelli”.
Formigoni fatica dunque a mandar giù la decisione della Procura. “Non sono un Paperone, questa è violenza diffamatoria“. E in merito all’inchiesta Maugeri in cui è coinvolto, aggiunge: “mi venivano contestate utilità per otto milioni, di cui quattro e mezzo per l’acquisto di barche non mie”, mentre riguardo alle cene con Daccò minimizza (“un uomo che offriva cene a decine di commensali, non solo a me”). Sulle ricevute delle vacanze, Formigoni ribadisce quanto sostenuto a più riprese: “nelle vacanze tra amici non esistono fatture e contabilità”. Aggiungendo che “se Simone e Daccò hanno sbagliato, ne risponderanno”.
Emanuele Vena