Non sanno stare l’uno senza l’altro. Ieri i due principali padri (ri)costituenti, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, si sono (ri) sentiti al telefono. Due le chiamate partite da Palazzo Grazioli, “lunghe e cordiali”. Sul tavolo molta carne al fuoco, ma soprattutto la delicata questione ucraina. L’ex Cavaliere, si sa, può contare sui suoi ottimi rapporti con “l’amico” Vladimir Putin, perciò, secondo fonti azzurre, si sarebbe offerto di mediare per “evitare decisioni affrettate”. Insomma, un altro soccorso in arrivo dall’opposizione (se così si può definire). Ma non solo. Si è parlato, ça va sans dire, anche di riforme (giustizia e legge elettorale) programmando un nuovo incontro. L’ultimo risale al 6 agosto (si mancavano già) ma per il prossimo, Berlusconi dovrà aspettare almeno fino a metà settembre. Causa agenda troppo fitta del premier.
Sempre nel pomeriggio di ieri, Berlusconi ha telefonato anche alla neo Mrs. Pesc Federica Mogherini. E’ stata l’occasione proprio per congratularsi con la titolare degli Esteri (sia italiana che europea) ma soprattutto per parlare di questioni internazionali. Da tempo, infatti, Berlusconi studia i dossier sulla questione ucraina dimostrando una certa ostilità nei confronti delle sanzioni contro la Russia di Putin. Tanto che, ieri, sia il Giornale che Libero titolavano: “L’Islam taglia un’altra testa ma noi facciamo guerra a Putin” e “La Mogherini alla guerra contro i nostri interessi”. Secondo fonti parlamentari confermate dalla Farnesina, Berlusconi avrebbe invitato la Mogherini a mantenere “una linea di prudenza” evitando “decisioni affrettate e assunte dai singoli stati”.
Da questo orecchio, però, il premier Renzi sembra non sentirci: “Dobbiamo essere uniti nella condanna del comportamento della Russia e sono inaccettabili le violazioni del diritto internazionale” avrebbe riferito, secondo fonti italiane, al vertice Nato di Cardiff alla presenza di Obama e Poroshenko. “Noi dobbiamo aumentare la pressione attraverso nuove sanzioni. Siamo pronti ad allargare il campo di misure restrittive nella finanza, nella difesa, tecnologie sensibili e beni ‘dual use’”, ha concluso il premier. Con buona pace degli “amici” Berlusconi e Putin.
Infine all’appello dei moniti perpetui, non poteva certo mancare il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ieri quest’ultimo ha ricevuto Federica Mogherini al Quirinale per far luce sulle posizioni italiane alla vigilia del vertice di Cardiff: “Siamo certi che la posizione italiana favorevole ad una ferma linea di principio dinanzi ai comportamenti russi e nello stesso tempo decisamente tesa a percorrere la via del dialogo- ha riferito Napolitano- sarà largamente condivisa dai partner Ue e da tutti i nostri alleati della Nato”.
Renzi e Berlusconi hanno anche parlato di riforme. Sul tavolo, legge elettorale da approvare definitivamente in autunno al Senato ma anche la giustizia. L’ex Cavaliere, infatti, non sembra essere rimasto molto soddisfatto delle linee guida presentate dal governo venerdì scorso in Consiglio dei Ministri. Anche se, per ora, di concreto non c’è niente. Nessun testo è pervenuto ai cronisti. Molte chiacchiere, tempi lunghi. L’ancora, comunque, Berlusconi e Forza Italia tutta, l’ hanno lanciata. Ora sta al premier reagire di conseguenza.