Continua lo scontro interno al PD. Da un lato il premier e la cosiddetta ‘ala renziana’, dall’altro la minoranza uscita sconfitta dall’ultimo Congresso che fa riferimento a Bersani e D’Alema. Dopo il duro attacco dell’ex premier, è il precedessore di Renzi alla segreteria democratica a rincarare la dose.
NO AL SEGRETARIO-PREMIER – Pier Luigi Bersani è intervenuto alla festa PD a Roma Portuense, scagliandosi contro il doppio incarico di Matteo Renzi: “Quando il tuo segretario è capo del governo devi stare attento a quel che dici. La discussione è un pochino inibita. Su questo va aperta una riflessione larga entro la fine dell’anno”. Da Bersani critiche anche riguardo le riforme, passando dall’ironia sul Senato – “abbiamo dei senatori nominati. Va bene, si è deciso così e va bene; chiedo solo di capire se sarà ancora obbligatorio, nel Senato dei nominati regionali, portare la cravatta…” – alla durezza sulla legge elettorale: “Non c’è ragione di lasciare l’ultima parola a Verdini”.
DURA REAZIONE – Non si fa attendere la reazione dei renziani, che ovviamente puntano sulle difficoltà incontrate dal PD durante la gestione Bersani. Il senatore Andrea Marcucci su Twitter ricorda i traguardi del nuovo corso: “Memo per Bersani. Renzi ha portato il Pd al 41%, dal 25% raggiunto dalla precedente segreteria, la fine del bicameralismo perfetto è traguardo storico del centrosinistra”. Duro anche l’onorevole Ernesto Carbone: “Il problema non è il segretario premier, ma quello che non è diventato premier”. Che aggiunge: “Quelli che ci avevano parcheggiato al 25 si lamentano che qualcun altro li ha portati al 41”.
#Bersani si è dimenticato che con lui #Pd si fermò al 25% e che fine bicameralismo è traguardo storico del centrosinistra
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) 4 Settembre 2014
ANCORA D’ALEMA – Intanto Massimo D’Alema torna sulle sue dichiarazioni e sulle reazioni che esse hanno scatenato. Intervenendo alla Festa PD di Ravenna, l’ex premier dichiara: “Le risposte arrivate dai dirigenti del Pd confermano le mie preoccupazioni. Perchè se uno dice che è preoccupato perchè c’è la disoccupazione e la crisi economica non gli si può rispondere che vuole le poltrone, come mi son sentito dire”. Un D’Alema che si è dichiarato “piuttosto colpito dalla violenza, in qualche caso perfino dalla volgarità delle repliche”. Riguardo alle prese di posizione di Serracchiani, Guerini ed Orfini, l’ex premier dichiara: “Sono cose umilianti e che danno la sensazione di un fastidio verso il dibattito democratico… Non dovrebbe essere questo il modo di vivere in un grande partito popolare come il nostro”. L’ex premier è critico anche verso il bonus 80 euro: “Sono insufficienti a sbloccare i consumi. Sono un primo passo. Ma se si fermano a questo non bastano, c’è bisogno di una svolta più coraggiosa, sia a livello europeo sia a livello italiano”.