Crescita. Questo è l’imperativo dell’Unione Europea che attraverso il direttore della Banca Centrale, Mario Draghi, prospetta nuove misure di allentamento dei tassi d’interesse, presso un convegno all’International Monetary and Financial Committee (Imfc).
Praticamente un “impegno a usare anche misure non convenzionali nell’ambito del mandato della Bce per far fronte a rischi di un periodo prolungato di bassa inflazione”. Quest’iniziativa di Draghi trova l’appoggio del Fondo Monetario Internazionale che, attraverso le parole del direttore generale, Christine Lagarde, fa sapere come un’azione simile vada compiuta il più presto possibile. L’ex governatore della Banca d’Italia afferma, poi, come “le recenti informazioni restino in linea con le nostre aspettative di un periodo prolungato di bassa inflazione che sarà seguito da un graduale rialzo durante il 2015 per raggiungere livelli vicini al 2% verso la fine del 2016”.
Draghi, quindi, parla della situazione italiana: nonostante la ripresa nella zona euro, in Italia la disoccupazione resta ancora alta. Dall’Ocse, tuttavia, arrivano due notizie incoraggianti per il ‘Belpaese’: la prima è il calo dello 0,5% del cuneo fiscale, attestatosi al 38,2%. La seconda è l’aumento del salario medio del 1,3% rispetto al 2012. Si è passati da 29.315 a 29.704 euro. Un’informazione positiva, quest’ultima, qualora non si tenesse conto dell’inflazione che, invece, è aumentata del 1,4% nello stesso periodo di riferimento.
Daniele Errera