“Se ho ben capito D’Alema ha detto che i risultati ancora non si vedono: concordo, si vedranno presto”. Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, risponde con fermezza alle perplessità espresse qualche giorno fa dall’ex premier Massimo D’Alema, il quale qualche giorno aveva espresso un giudizio negativo sull’operato dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi.
BCE, LEGGE DI STABILITA’ E CUNEO FISCALE – Alla festa dell’Unità in corso a Bologna, il ministro Padoan parla anche di Europa, esprimendo un giudizio positivo riguardo alle scelte operate dalla Bce, confidando in un loro effetto positivo anche sull’economia italiana. In particolar modo, Padoan ritiene che un intervento con strumenti di quantitative easing si rivelerà ancor più produttivo di un semplice taglio dei tassi. Il ministro è fiducioso anche sulla prossima Legge di Stabilità – “sarà improntata alla sostenibilità del bilancio, alle riforme strutturali, e al sostegno degli investimenti” – non escludendo l’ipotesi di operare un taglio al cuneo fiscale delle imprese.
PARTECIPATE E STATALI – Nella Legge di Stabilità potrebbe esserci spazio anche per il taglio delle società partecipate: “E’ stato rinviato a brevissimo, non lo abbiamo accantonato, lo risolveremo magari nella legge di Stabilità o in un decreto che la fiancheggi”. Sul blocco dei contratti degli statali, Padoan ricorda l’obiettivo finale del governo: “Noi stiamo cominciando una spending review che riguarda misure su tutte le voci di spesa e in quel contesto si valuteranno le cose”.
TRA SPENDING REVIEW E FLESSIBILITA’ – Sempre a proposito di spending, Padoan promette una risposta entro i “prossimi giorni” al piano di revisione della spesa presentato da Cottarelli. Il ministro difende i tagli, ricordandone la propedeuticità ad una migliore allocazione delle risorse: “tagliamo per collocare le risorse in un progetto credibile”. A partire dal bonus 80 euro, con l’obiettivo di dare ad esso continuità, rendendolo permanente e, si spera, allargando la platea dei beneficiari. A proposito della flessibilità in chiave UE, Padoan ricorda la necessità di fare i ‘compiti a casa’: “La flessibiltà che si può ottenere in Europa dipende esclusivamente da noi, dallo sforzo credibile che mettiamo nell’azione di riforma strutturale”. Ricordando che “le riforme dobbiamo farle perché servono a noi, non all’Europa”, Padoan lascia trapelare una punta di ottimismo: “Se l’Italia come credo darà un messaggio forte in questo senso, la flessibilità ce la danno”.