La ricostruzione del centrodestra parte con una grande incognita. Dopo l’annuncio dell’avvio di un tavolo di discussione per porre le basi per una nuova coalizione moderata da contrapporre allo strapotere renziano, iniziano ad affiorare i primi nodi scoperti.
TRE PRIORITA’ – I granelli che ostacolano l’ingranaggio della nuova macchina di centrodestra sono principalmente tre. Il primo è legato alla posizione del Nuovo Centrodestra, considerata da gran parte dei potenziali alleati di coalizione come un paradosso, vista la presenza all’interno dell’esecutivo guidato dal segretario del PD. Da questo punto di vista, però, l’ottimismo e la volontà di Alfano di partecipare al nuovo progetto moderato – nonostante i forti dissidi interni sull’eventualità di ricucire con Berlusconi – non sembrano essere particolarmente in discussione, pur permanendo la volontà del ministro dell’Interno e del suo partito di portare avanti l’esperienza di governo. Il secondo punto riguarda la Lega, sempre più ostile sia allo stesso Alfano – come evidenziato dalle dure critiche al progetto Mare Nostrum – sia maldisposta verso una nuova discesa in campo di Berlusconi, come sottolineato dal Governatore della Lombardia Roberto Maroni. Il terzo – e probabilmente più importante – nodo riguarda il discorso delle primarie e l’offensiva lanciata dall’ex governatore pugliese Raffaele Fitto. Perché rischia di minare direttamente al cuore di Forza Italia, nucleo centrale di qualsiasi nuovo progetto di coalizione moderata, al di là dell’impegno in prima persona da parte di Silvio Berlusconi.
SPONDE ESTERNE – La volontà di Fitto – neo europarlamentare – è chiara da tempo, con la necessità di primarie di coalizione per decidere il nuovo leader moderato. Sul tema il politico pugliese può contare sull’appoggio esterno di Giorgia Meloni – da sempre a favore delle primarie – nonché su quello della Lega, desiderosa di dare un taglio netto alla linea leaderistica del passato. E Fitto va avanti per la sua strada, puntando ad ottenere le primarie già alle prossime regionali in Calabria ed Emilia Romagna. E criticando la posizione di Forza Italia, un atteggiamento da “quasi alleato di governo” ritenuto ambiguo. Del resto Fitto è da sempre uno dei più critici rispetto al famoso patto del Nazareno.
BERLUSCONI – L’ex premier Silvio Berlusconi, però, non sembra intenzionato a mollare. E, ribadendo la volontà di combattere per la propria ‘agibilità politica’, si pone a capo del processo di ricostruzione dell’alleanza. Ponendo paletti, come sottolineato da ‘Il Giornale’: l’intenzione di non garantire posti sicuri e la non ineluttabilità delle primarie. Su quest’ultimo punto il messaggio, ribadito dal consigliere politico forzista Giovanni Toti, è chiaro: nessuna preclusione, ma non sono nemmeno uno strumento da attuare a tutti i costi. E c’è chi, in Forza Italia, propone Fitto come nuovo Governatore pugliese, tentando di calmare le acque e placare la fronda interna. Con tutti questi nodi da risolvere, il tavolo indetto per oggi parte già in salita, col forte rischio di incontrare ostacoli insormontabili. E, mai come ora, toccherà nuovamente a Berlusconi provare a ricucire lo strappo. A qualunque costo: rilanciandosi in prima persona o facendosi definitivamente da parte.
Emanuele Vena