Ancora poche ore e Obama svelerà la sua strategia per contrastare l’Isis in Iraq. Il presidente americano ha annunciato che mercoledì (proprio alla vigilia dell’anniversario dell’11 settembre) parlerà alla nazione per spiegare agli americani cosa intende fare per fermare l’avanzata dello Stato Islamico in Medio Oriente. Il succo, però, è già noto: niente truppe a terra e una grande coalizione internazionale contro l’Isis, come discusso già nel vertice Nato di Newport. Ma l’operazione potrebbe richiedere anni.
“Il nostro obiettivo è quello di dar vita a una coalizione internazionale per fiaccare l’Isis, contenere la sua avanzata sul territorio e poi sconfiggerlo” ha detto Obama nel corso di una intervista alla NBC.
I paesi della Lega Araba sosterranno l’azione di Washington, anche se resta da chiarire in che modo: Nabil al-Arabi, segretario generale dell’organizzazione panaraba, ha annunciato infatti che è stato raggiunto un accordo per fronteggiare in modo compatto i jihadisti dello Stato Islamico.
Obama ha già fatto sapere alcune cose: l’intervento comprenderà azioni militari, economiche e diplomatiche. “Non si tratta certamente di inviare 100.000 soldati americani, piuttosto di una campagna antiterrorismo come quella che abbiamo adottato negli ultimi sei-sette anni”.
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L’ipotesi di inviare truppe a terra è sempre stata esclusa dalla Casa Bianca: “Le truppe in campo devono essere irachene. Non ha senso che gli Usa occupino paesi in giro per il Medio Oriente, non avremmo le risorse” ha detto Obama. Alcuni funzionari a Washington però non escludono che potrebbe essere necessario spedire sul campo truppe delle forze speciali o comunque un piccolo quantitativo di uomini per coordinare dal terreno gli attacchi aerei.
La parte più delicata resta però quella relativa alla Siria. Obama ha fatto intendere che le operazioni militari potrebbero scavallare i confini tra Siria e Iraq, finendo per coinvolgere anche i territori di Damasco.
L’aspetto più controverso è quello legato ai tempi, però, che potrebbero essere molto lunghi. E altrettanto ingenti potrebbero essere le spese da sostenere. Citando fonti dell’amministrazione di Washington, il New York Times ha scritto che la campagna militare che gli Usa si apprestano a lanciare potrebbe durare anche tre anni e richiederà un grosso sforzo economico da parte degli Stati Uniti. La guerra contro l’Isis potrebbe dunque accompagnare Obama fino alla fine del suo mandato ed essere ereditata dal prossimo presidente. Obama stesso ha parlato di un arco temporale di mesi, nel corso dell’intervista alla NBC.
Immagine in evidenza: The US Army – CC BY 2.0