Nel momento in cui l’esecutivo sostiene che tutto il pacchetto delle norme sul lavoro va rivisto, significa che esiste una serie di norme che andranno rivalutate nell’ambito di un contesto omogeneo». A parlare è Federica Guidi – ministro dello Sviluppo Economico, intervistata dal ‘Messaggero’ – che apre alle modifiche sull’articolo 18: “Il mondo del lavoro oggi ha bisogno di regole nuove. Diverse, più moderne. In questa revisione tutto è possibile”.
IL PESO DEI LAVORATORI – Secondo il ministro Guidi i lavoratori pesano troppo sulle aziende e lo Stato non fa la sua parte a sufficienza. Riguardo all’azione dell’esecutivo, Guidi si mostra ottimista: “Sono convinta che a distanza di qualche mese vedremo gli effetti di molte azioni messe in campo. Tra queste ci sono gli 80 euro”. E aggiunge: “La ripresa prenderà forza nella seconda parte dell’anno, serve un pacchetto per la crescita a livello europeo”.
REAZIONI DURE DA SEL – “A questo punto è evidente che il ministro Guidi, pur essendo alla guida di un ministero fondamentale come lo Sviluppo Economico non ha chiare quali siano le priorità per il Paese e perde tempo a mettere in discussione non solo l’art.18, ma l’intero impianto dello Statuto dei lavoratori”. A dichiararlo è Francesco Ferrara, deputato di Sel. Che aggiunge: “Il ministro Guidi si ricordi che i tavoli aperti presso il Mise sono circa 160 e in nessuno di questi il problema fondamentale è l’art. 18. I lavoratori non costano troppo e non serve ulteriore flessibilità, l’unica cosa che serve sono gli investimenti per creare lavoro. Per far uscire l’Italia dalla recessione occorre ricostruire le filiere produttive e investire in sviluppo, occupazione e riconversione ecologica dell’economia. Serve un piano per il lavoro e una nuova politica industriale”. Per Ferrara bisogna “garantire un reddito minimo a precari e disoccupati piuttosto che continuare sulla via della precarizzazione selvaggia e degli attacchi ai diritti di chi lavora. Attacchi che in questi anni non hanno portato nè un posto di lavoro in più nè un centesimo di investimento”. Duro anche il collega di partito Arturo Scotto, che via twitter commenta: “Per il ministro Guidi i lavoratori hanno troppo potere e quindi bisogna superare l’articolo 18. E pensare che io mi illudevo che pesassero troppo i banchieri…”.
Per Ministro Guidi i lavoratori hanno troppo potere e bisogna superare art .18. E io che mi illudevo che pesassero troppo i banchieri! #Sel
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) 8 Settembre 2014
DAMIANO STOPPA GUIDI – “Sull’art. 18 Federica Guidi sbaglia. È un ministro del governo Renzi? Pazienza, i ministri non sono infallibili”. Il giudizio secco arriva da Cesare Damiano (PD), presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati nonché ex ministro del Lavoro. Intervenendo a ‘Radio Città Futura’ Damiano ricorda che “L’articolo 18 lo abbiamo riformato già due anni fa, non è che possiamo tornare tutte le volte sullo stesso argomento, diventa anche noioso”. Damiano aggiunge: “Ciò che non mi ha mai convinto e continua a non convincermi quando si parla di lavoro è l’idea che le cose vanno in ordine se si licenziano gli operai e si tagliano le pensioni. Ecco, contro questa idea mi sono sempre battuto e continuerò a battermi”. Da Damiano un sostanziale via libera al prelievo sulle pensioni alte, ipotizzato dal ministro Poletti: “Se vogliamo pensare a dei prelievi non possiamo immaginare interventi al di sotto dei 5000 euro netti mensili. Sopra si può discutere di tutto”.