Continuano le polemiche da parte della sinistra PD sull’operato del governo Renzi. Dopo le stoccate dell’ex premier D’Alema e dell’ex segretario Bersani e il rifiuto di Civati di entrare nella segreteria del partito, arrivano i commenti di altri esponenti di spicco del partito appartenenti alla cosiddetta ala bersaniana, uscita sconfitta dall’ultimo congresso.
EPIFANI E IL PLURALISMO – “Un partito che raccoglie così tanti voti non può che essere un luogo plurale. Le conseguenze del discorso di Renzi sono almeno un paio. Uno: occorre riconoscere al Pd un ruolo di cerniera fra le scelte del governo e la funzione dei parlamentari. Due: se è una cerniera, bisogna riconoscergli un’autonomia che in questi mesi è stata sacrificata al lavoro del governo”. A parlare è l’ex segretario Guglielmo Epifani, intervistato dal quotidiano ‘La Stampa’. Parlando di Renzi e delle tendenze ad avere un uomo solo al comando, Epifani sottolinea: “Siamo in una fase della storia in cui prevale quel modello di partito. Ora al Pd, con quell’enorme serbatoio di consensi, tocca dimostrare di poter essere qualcosa di diverso”.
CUPERLO E IKEA – Netto il giudizio di Gianni Cuperlo, lo sconfitto alle ultime primarie democratiche, intervistato da ‘Repubblica’: “Il governo ha fatto cose buone ma si ha presente l’Ikea? Porti a casa un mobile smontato e devi montarlo. Nell’elenco di quelle riforme molti vedono ancora la scatola imballata e a quelli non puoi dire ‘abbiamo arredato casa’. Devi spiegare cosa dai oggi e come immagini il paese tra 5 o 10 anni, dove lo porterai”. E aggiunge: «Preferivo lo slogan ‘adesso’, gliel’ho anche invidiato a Renzi che ora ha scelto il più moderato ‘passo dopo passo’. Ho l’impressione che bisogna osare”. Cuperlo difende però l’idea degli 80 euro e di riformare scuola e giustizia: “La strada è giusta”. Ma avverte Renzi: “attenzione a un partito ridotto a macchina elettorale al servizio dei singoli”.
NON SOLO SINISTRA – Ma i malumori arrivano anche dal centro. E’ Beppe Fioroni ad esprimersi a proposito del dibattito sul tentativo di costruire una segreteria unitaria. “Non sono un ragazzo del coro” è il pensiero di Fioroni, citando Carlo Donat Cattin ai tempi della segreteria DC di De Mita. E aggiunge: “Chi lo disse amava difendere principi e valori essenziali, irrinunciabili oggi per non impoverire e snaturare il Pd. Visto il dibattito, non serve alla segreteria un applauso di centro rinunciatario dopo quello di sinistra: meglio l’autonomia coerente, libera e leale”.
ARTICOLO 18 – Da Epifani e Cuperlo arriva anche un giudizio sulla questione dell’articolo 18, rilanciata ieri dal ministro Guidi. “Vedo il riemergere di un’offensiva ideologica che immaginavo superata: la discussione non può ridursi per l’ennesima volta al tentativo di togliere l’articolo 18”, è il pensiero dell’ex segretario. Critico anche Cuperlo: “sull’articolo 18 chiedo: la linea è quella della ministra Guidi e di Marchionne o quella di chi dice ‘ripartiamo da politiche redistributive e dalla creazione di nuovo lavoro?'”.