Pronta la spending review di Carlo Cottarelli Tagli da 20 miliardi, di cui 7 ministeriali
‘Mister forbici’, come è stato soprannominato Carlo Cottarelli, Commissario Straordinario alla Spending Review, è a lavoro per un’importante serie di tagli alla spesa pubblica. Il tempo delle maggiori entrate (ovvero l’aumento della tassazione) è terminato e quindi, sul solco delle parole del Ministro Padoan (“taglieremo dovunque”), Cottarelli ha incontrato Matteo Renzi ed il titolare del Mef, presso Palazzo Chigi, per parlare di spending review.
Il plico consegnato da Cottarelli è una lista di ipotetici tagli. Ma non è il definitivo. Per arrivare a questo, infatti, bisognerà attendere alcuni giorni ancora, quando il Commissario avrà incontrato i responsabili dei vari Dicasteri ed accordato le decurtazioni alle spese ministeriali, che si aggirerebbero sul 3% circa (quasi 7 miliardi). Il totale complessivo sarebbe stimato intorno alla cifra di 20 miliardi di euro, calcolando che la spesa primaria si attesta a circa 700 miliardi.
Cottarelli difende la sua iniziativa: “il processo di revisione della spesa pubblica sta riguardando più paesi perché la globalizzazione impone che la tassazione non possa essere più alta”. Per tutelare il taglio alla spesa servono, inoltre, “controlli e sanzioni”
Muovendo le risorse, ha sottolineato il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, si verificherebbero “le condizioni per lo sblocco degli stipendi delle forze di polizia ed io sono convinto di trovare il favore del governo e del premier, purché i sindacati abbassino i toni che hanno il sapore della minaccia”. Un pensiero che, però, sembra cozzare con quello di Cottarelli in persona, il quale vorrebbe unire comparti della difesa Difesa ed accorpare alcune forze di Polizia (penitenziaria e forestale, ad esempio).
Mostra scetticismo, invece, l’ex Ministro dei Rapporti col Parlamento, Piero Giarda, sull’azione di Cottareli. Intervistato dal Corriere della Sera ha affermato: “mi sembra difficile arrivare a risparmiare l’anno prossimo 16 miliardi di euro, o addirittura 20 come dice il premier Matteo Renzi semplicemente attaccando le aree di inefficienza. Forse il governo dovrà avere il coraggio di proporre interventi che tocchino natura e dimensione dell’intervento pubblico”. E continua: “questa non è spending review ma un semplice taglio di spesa, simile a quelli spesso visti in passato. Naturalmente si tratta di una scelta legittima e forse anche ineludibile se si vuole fare spazio ad altre politiche, come la riduzione del deficit o delle tasse”. Conclude sugli effetti degli 80 euro: “serve un terzo trimestre”.
Daniele Errera