Disoccupazione Ocse, a luglio cresce al 7,4%. Italia fanalino di coda
In lievissima crescita la disoccupazione nell’area Ocse. Un esiguo +0,1% che, però, continua a fotografare la situazione drammatica in cui siamo costretti a muoverci. A luglio la disoccupazione è salita al 7,4% (44,8 milioni di persone senza lavoro). 5,1 milioni in meno rispetto all’aprile del 2010, ma sempre 10,2 milioni in più rispetto al pre-crisi (luglio 2008). Perciò, sottolinea l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sono stati “pochi” i cambiamenti nell’Eurozona “rispetto al mese precedente”. Con due eccezioni (una positiva e una negativa). In Slovenia, in controtendenza rispetto alla situazione generale, la disoccupazione è calata di 0,3 punti percentuali fino al 9,8%. D’altro canto, l’Italia rimane il fanalino di coda dell’Eurozona: dal mese precedente la disoccupazione è aumentata dello 0,3% fino a toccare l’allarmante vetta del 12,6%. Ma questo, già lo sapevamo.
Più nello specifico si può notare come il tasso di disoccupazione sia aumentato dello 0,1% in Giappone e negli Stati Uniti, di 0,3 punti percentuali in Messico e di 0,4 in Australia. Al contrario, in Canada i senza lavoro diminuiscono dello 0,1% e addirittura -0,2% in Corea del Sud. Sempre secondo i dati Ocse, la disoccupazione femminile di luglio arriva al 7,5% (7,3% quella maschile) ma soprattutto, l’attenzione è rivolta verso i dati sulla disoccupazione giovanile. In molti paesi dell’area Ocse, essa rimane “eccezionalmente elevata” come in Grecia (53,1%), in Italia (42,9%), Portogallo (35,5%), Repubblica Slovacca (31,7%) e in Spagna (53,8%). E proprio nella giornata di ieri, l’Organizzazione ha migliorato le previsioni di crescita del Pil spagnolo (+1,2% rispetto al +1% previsto) per il 2014 e di un decimo (+1,6%) per il 2015. Sempre in Spagna, sul fronte disoccupazione, l’Ocse prevede un calo di 1,7 punti rispetto alle stime previste (da 26,4% a 24,6%), e di 2,7 (a 23,6%) per l’anno prossimo. Tuttavia, questo avverrà, come al solito, con il sostegno delle “riforme”.
L’Organizzazione parigina ha anche fotografato la situazione delle piccole e medie industrie nostrane, definite “la spina dorsale dell’economia italiana”. Dal 2008 al 2010, sono 63 mila le imprese che hanno chiuso, pari all’1,5% del totale. Tutto questo con la perdita di lavoro di 610 mila persone. Sui preoccupanti dati Ocse, è arrivata anche la prima reazione politica affidata a Elvira Savino, deputata di Forza Italia: “Il lavoro è la priorità visti i drammatici dati della disoccupazione” ma, attacca, “il governo non fa nulla”. “L’altro tema prioritario è la riforma fiscale- continua Savino- in Italia le tasse sono troppe, troppo alte e troppo complicate da pagare”. Poi conclude: “Questa è la più vistosa differenza fra il presidente Berlusconi che prima di scendere in politica era, ed è, un grande imprenditore e Renzi che in vita sua ha fatto solo il politico: il primo è un self made man, il secondo un selfie man”. Battutone.