Sondaggio Ipr per Tg3: gli italiani si aspettavano di più da Renzi, ma uno su due continua a fidarsi di lui
Il Tg3 ha presentato i dati del sondaggio politico effettuato dall’istituto Ipr marketing realizzato l’8 settembre 2014 su un campione statistico di mille soggetti, il 92% dei quali rispondenti. Dopo la pausa estiva, Ipr è perciò tornato a seguire i sentimenti dell’opinione pubblica e ad analizzare la fiducia degli italiani nei principali esponenti politici e di governo.
Il primo dato è relativo alla fiducia, sia nei confronti del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia nei confronti dell’esecutivo da lui guidato, stimate rispettivamente al 50% e al 40%. Rispetto alla rilevazione precedente, effettuata a metà luglio, il consenso in Matteo Renzi è in ulteriore calo di 5 punti: il 15 luglio era infatti al 55% e a giugno al 57%. In tutto questo periodo invece resta stabile al 40% la fiducia nel governo.
Se la fiducia in Renzi è al 50%, gli altri politici sono molto meno apprezzati: si fida di Berlusconi il 20% degli intervistati (stabile), di Alfano il 19% (in lieve calo di un punto), di Salvini il 17% e di Grillo il 15%, entrambi invariati rispetto a luglio. Seguono Meloni al 12% (-1) e Vendola al 9%, che in poco meno di due mesi scende di 3 punti e perde quasi metà del consenso che aveva a giugno.
L’efficacia delle politiche adottate può emergere sondando la percezione di segnali di concreto miglioramento nel benessere degli italiani. Stando alla rilevazione Ipr, solo il 17% ha notato miglioramenti, mentre tre italiani su quattro (75%) non hanno riscontrato alcun effetto positivo dall’operato del governo Renzi. Su questo quesito non si è espresso l’8% degli intervistati.
In merito alla riforma più urgente da adottare, tuttavia, le idee sembrano essere piuttosto chiare: il 62% considera prioritaria quella del lavoro/economia e il 20% quella fiscale; scuola e giustizia per il 6% e legge elettorale per il 3% degli intervistati. Indicano altre riforme l’1% mentre il 2% è senza opinione.
Da questi dati potrebbe delinearsi un quadro di insieme dell’opinione pubblica italiana ad oggi: i convinti “renziani” e gli “anti-renziani” numericamente si equivalgono e costituirebbero, ciascuno, un italiano su 5. Gli altri tre, invece, pur non avendo riscontrato particolari benefici, restano cauti, ma divisi anch’essi a metà tra chi è propenso a mantenere una certa fiducia nel presidente del consiglio e chi invece non intende più accordargliela.
In sintesi, gli italiani si aspettavano di più da Renzi, ma metà di essi continua a fidarsi di lui.