Il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio parla delle ferie dei magistrati. “Attenzione a questa storia delle ferie” mette in guardia Nordio “a non ragionare con la pancia per attaccare quella che si considera una casta“. Nordio al Corriere della Sera, Carlo Nordio spiega: “I magistrati hanno due facce: da un lato un profilo costituzionale e dall’altra uno totalmente impiegatizio. E la domanda viene spontanea: perché con tutti gli impiegati dello Stato vengono fatte trattative quando si toccano i loro cedolini, gli stipendi, le ferie, mentre ai magistrati vengono imposti i tagli delle ferie senza dirglielo?”. “Ho la sensazione che chi mette mano a queste riforme non abbia idea di cosa si stia parlando”, “parlano di orari di ufficio: ma lo sanno, ad esempio, che un magistrato di Cassazione un ufficio nemmeno lo ha?”. “I quindici giorni di ferie che in teoria abbiamo in più – fa sapere il magistrato – sono destinati alla scrittura delle sentenze. Ma è inutile: questa delle nostre ferie è una battaglia perduta”. “Del resto – aggiunge Nordio – hanno usato la pancia anche quando hanno deciso di mandare via tutti i vertici degli organi giudiziari più importanti” e “nessuno ancora mi ha spiegato come si intende velocizzare i processi quando con questi prepensionamenti si decapiteranno i vertici di almeno 4-500 Procure, Tribunali, Corti d’appello”. “Questo con un decreto legge che per sua natura è un provvedimento di necessità e di urgenza” ma “i suoi effetti sono posticipati alla fine del 2015”. “Sono meschinità punitive”, “paradossalmente arrivate non dalla destra di Berlusconi, ma proprio dalla sinistra”.