La nuova Commissione europea è nata ufficialmente a mezzogiorno con un tweet: un grafico per riassumere la squadra e un messaggio di poche parole, “A strong and experienced team standing for change Europe”. Dopo settimane di trattative serrate, Juncker ha illustrato le sue scelte.
Il francese Pierre Moscovici alla fine ce l’ha fatta: prende lui l’incarico di Commissario per gli Affari economici. Confermate le indiscrezioni anche per quanto riguarda le voci che volevano Jyrki Katainen tra i vicepresidenti di Commissione. L’ex premier finlandese prende deleghe di spessore: lavoro, crescita, competitività e investimenti. Katainen, considerato un falco del rigore dei conti, avrà il compito di coordinare tutti i principali portafogli economici: una rassicurazione per Berlino, che ha deciso di non ostacolare la nomina di Moscovici (rappresentante di un paese dal bilancio non in ordine) in cambio un ruolo di prestigio per il finlandesse. “Ho deciso di creare dei vicepresidenti incaricati dei progetti, che avranno una funzione di filtro tra il commissario e il presidente con potere di veto” ha spiegato Juncker.
Frans Timmermans è il primo vicepresidente della Commissione: avrà il portafoglio per il miglioramento della normativa, le relazioni istituzionali, lo stato di diritto e la Carta dei Diritti Fondamentali. Altro vicepresidente sarà Valid Dombrovskis che si occuperò di euro e dialogo sociale. Alla Grecia va la delega all’immigrazione con Dimitris Avramopoulos. La danese Margrethe Vestager prende la Concorrenza. Il tedesco Günther Oettinger si occuperà dell’economia digitale. All’inglese Jonathan Hill il portafoglio dei servizi finanziari. La svedese Cecilia Malmström va al Commercio.
Photo by Jeoffowenphotos – CC BY 2.0
Alla polacca Elzbieta Bienkowska la delega per il Mercato unico e l’industria. La bulgara Kristalina Georgieva è stata indicata vicepresidente per il Bilancio e le risorse umane. Alla slovena Alenka Bratusek l’Energia. L’estone Andrus Ansip all’Agenda Digitale. Lo spagnolo Canete va al Clima. All’ungherese Navracsics Scuola e Cultura. Alla Croazia la Cooperazione interna e sviluppo con Neven Mimica. L’irlandese Phil Hogan prende il pesante portafoglio dell’Agricoltura. La belga Thyssen al Lavoro e Affari Sociali.
La romena Corina Cretu sarà il prossimo commissario Ue per le politiche regionali. Vytenis Andriukaitis va alla Salute e Karmenu Vella si occuperà degli Affari Marittimi. Il portoghese Carlos Moedas è il nuovo Commissario per la Ricerca e l’Innovazione. L’austriaco Johannes Hahn si occuperà dell’Allargamento e delle Politiche di vicinato. Il cipriota Christos Stylianides avrà la delega per gli aiuti umanitari. Věra Jourová lavorerà alla Giustizia mentre Maroš Šefčovič andrà ai Trasporti.
La nuova Commissione europea è composta da 28 persone: un membro per ogni paese. Per l’Italia c’è Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Politicamente, la maggioranza dei membri della Commissione viene dalla famiglia dei Popolari: tredici in tutto. Otto sono invece i Socialisti. Cinque provengono dall’Alleanza dei Liberali e Democratici Europei mentre è uno solo a rappresentare l’Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei. Sono ben quattro i commissari ad essere stati premier nei rispettivi paesi: il finlandese Jyrki Katainen, il lettone Valdis Dombrovskis, la slovena Alenka Bratusek, l’estone Andrus Ansip.
L’obiettivo di avere una rappresentanza femminile non marginale è stato raggiunto, anche se non si fanno passi avanti rispetto alla Commissione precedente: nove donne nella squadra di Juncker come nove erano in quella di Barroso. “Riuscire a ottenere commissari di sesso femminile è stata un’impresa dura” ha detto Juncker, aggiungendo che hanno “tutte portafogli chiave come concorrenza, mercato interno, industria, lavoro e commercio”. Spetterà ora al Parlamento europeo concedere la fiducia alla nuova Commissione.
Immagine in evidenza: photo by European People’s Party – CC BY 2.0