“Amarezza per l’atteggiamento irridente da parte di alti esponenti istituzionali nei confronti dell’Associazione nazionale magistrati”, che ha criticato alcuni aspetti della riforma della giustizia messa a punto dal governo. Alcuni togati del Consiglio superiore della magistratura hanno replicato, in apertura della seduta del plenum, a quanto dichiarato ieri sera dal premier Matteo Renzi in risposta alla nota dell’Anm (“brr che paura” aveva detto il premier) . A dare avvio al dibattito il togato di Unicost Paolo Auriemma. “È con imbarazzo che iniziamo questo nuovo anno consiliare con la sensazione che la voce degli organi rappresentativi, istituzionali o privati della magistratura, sarà sempre meno ascoltata”, ha detto Auriemma, sottolineando che “l’atteggiamento irridente da parte di esponenti delle istituzioni riecheggia anche in quest’aula ove, mi chiedo, quale peso potranno avere presso la politica i nostri pareri al ministro sui disegni di legge”.
“L’amarezza della risposta alle osservazioni dell’Anm pesa su tutta la magistratura – ha aggiunto Auriemma – direi su tutti gli operatori di giustizia, che sentono sottovalutato e svilito il proprio pensiero, la propria sensibilità, il proprio ruolo”. Una magistratura che “non si è mai sottratta al confronto e sempre ha rispettato e rispetterà le leggi che il Parlamento approverà, ma pretende allo stesso modo ascolto e rispetto. Perché è proprio dal confronto che nasce una cultura comune in cui chi ha il dovere di porre le regole si cala nella realtà di coloro che governa”. Auriemma si è poi soffermato sulla riduzione delle ferie per i magistrati che ha definito “emblematica”.