“Abbiamo appena finito il rapporto sulla competitività europea. L’Italia è in ritardo su quasi tutti gli indicatori: accesso ai finanziamenti, ricerca e sviluppo, innovazione, interazione nel mercato unico. Questa è la realtà”. Dalla quale emerge il messaggio che si esce solo “attuando sino in fondo le riforme annunciate”. E’ una bocciatura in piena regola quella dell’ex presidente della commissione europea Manuel Barroso. “Mi chiedo sempre – osserva Barroso, in un’intervista alla Stampa – come possa un paese che ha creatività, capacità di lavoro e gente così straordinaria, conseguire risultati così sotto il suo potenziale in molti settori? Sull’esecuzione dei fondi strutturali 2007-2013, l’Italia è al 58%, quintultima. Se la vede solo con chi è appena entrato nell’Unione, come la Croazia. È il solo paese fondatore a trovarsi così indietro”.
“L’Italia – spiega l’ormai ex presidente della commissione Ue – ha bisogno di un nuovo entusiasmo e una nuova energia, come l’Europa, sia chiaro. In buona misura credo lo abbia trovato”. Di riforme, aggiunge, “Renzi ne ha varate di ambiziose e lavora con impegno. Avrà tutto il nostro supporto. In passato non è stato così”. Sulla scarsità di investimenti, invece, Barroso osserva: “È colpa delle strutture burocratiche che si accavallano, delle complicazioni e del livello di corruzione”. Sulla crisi economica che ha attraversato l’Europa, Barroso infine spiega: “Il nostro successo è stato tenere l’Europa aperta e unita. Non era il tempo dei piani grandiosi, dovevamo rispondere alle emergenze. Abbiamo evitato che la nave affondasse, adesso ci sono margini per un sostegno alla domanda, prima non era così”.