“Certe forze non hanno voluto che io facessi il ministro”. Lo ha detto il magistrato Nicola Gratteri, oggi presidente della Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alla criminalità organizzata, ai microfoni di ’24 Mattinò, su Radio 24. E a chi gli chiedeva di indicare a quali forze facesse riferimento, il procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria ha replicato: “Non so chi. In genere sono abituato a dire tutto ciò che posso dimostrare. Ho delle mie idee ma se non le posso dimostrare sto zitto”.
“Potete anche andare a studiarvi gli articoli di giornale del giorno dopo -ha proseguito Gratteri – di due giorni dopo, di tre giorni dopo sui commenti alla mia mancata nomina a ministro. Un quarto d’ora prima che il presidente del Consiglio entrasse dal Presidente della Repubblica, mi hanno telefonato dicendomi ‘lei è nell’elenco dei 16 ministri, come ministro alla Giustizià. Poi non so cosa sia successo dentro, non so se ci sono stati dei suggeritori”. Alla domanda se la decisione potrebbe essere stata dello stesso Presidente della Repubblica, Gratteri ha commentato : “Non lo so. Su questo non posso dire nulla perché non ho le prove, ma mi era stato proposto di fare il ministro della Giustizia dopo aver sentito tante mie idee rivoluzionarie su alcuni aspetti che si preoccupavano di perseguire solo ed esclusivamente gli interessi della collettività e della giustizia”.