Romano Prodi è critico verso la direzione che l’Europa sta prendendo e non lesina critiche anche rispetto alle ultime scelte come ad esempio la composizione della Commissione Europea.
L’Unione europea “è stato un percorso straordinario. Siamo partiti con sei Paesi, siamo arrivati a ventotto. Paesi che hanno unito un pezzo importante del loro futuro”, “ora è come se avessero paura del futuro stesso. Ma la scommessa è andare avanti, non arretrare”. È quanto afferma ad Avvenire l’ex premier ed ex presidente della commissione europea Romano Prodi. “Negli ultimi anni – osserva – non è stato così e non sono ottimista. L’economia non ha girato e non gira: siamo stati il malato del mondo, siamo cresciuti poco, non abbiamo offerto lavoro ai giovani, le disparità tra i Paesi e all’interno dei Paesi sono aumentate”.
Oggi, chiede Prodi, “dov’è la solidarietà se i leader europei dicono che spendere così tanto per il welfare è la condanna dell’Europa? La difesa del più debole era tra i principi fondamentali dell’Unione e oggi? Si sta tradendo un disegno, è un voltafaccia terribile e pericoloso”.
Nella nuova commissione europea, aggiunge, “vedo elementi di conservazione. Tanti, troppi. Quando penso che le politiche più coraggiose vengono prese da un organismo tecnico come la Bce vuol dire che la politica ha paura di fare fino in fondo il suo mestiere. Molto non va”. “I falchi del rigore – sottolinea – hanno ancora molto potere e non si rendono conto che proprio il rigore sarebbe una grande virtù se accompagnato da una condivisione di obiettivi per avanzare verso il futuro. Non è così. E soprattutto non è più il momento di fare i maestrini, di dimostrare che si è meglio dagli altri; è il momento del Progetto e della Solidarietà”.