Le nuove sanzioni nei confronti della Russia sono entrate in vigore oggi. Stati Uniti ed Europa hanno dato il via libera al documento che di fatto limiterà la capacità di movimento dei giganti russi della finanza, dell’energia e della difesa sul mercato internazionale. Mosca ha reagito duramente mentre il rublo precipitava: “Colpiscono anche i contribuenti europei” ha dichiarato il Cremlino, il quale ha già annunciato che agirà di conseguenza per difendere i propri interessi.
Probabile che le decisioni russe toccheranno i settori dell’auto e dell’abbigliamento. E resta sempre la possibilità (remota) che la Russia decida di ridurre drasticamente o interrompere il flusso di gas che vende all’Europa. Polonia, e Slovacchia (che contribuiscono ad approvvigionare l’Ucraina) hanno annunciato che le forniture di gas dalla Russia sono diminuite nei giorni scorsi. Anche Austria e Germania denunciano una lieve diminuzione. Gazprom dice che potrebbe trattarsi di un problema tecnico.
“Con l’adozione di queste misure l’Ue ha di fatto compiuto la sua scelta contro il processo per una soluzione pacifica della crisi ucraina” ha dichiarato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov facendo riferimento alla tregua nell’est dell’Ucraina che traballa ma sostanzialmente regge.
Photo by Mitya Aleshkovsky – CC BY 2.0
Nello scontro commerciale che si combatte parallelamente alla guerra in Ucraina, Mosca prova a non farsi trovare impreparata e si guarda intorno alla ricerca di nuovi partner commerciali. E li cerca ai confini del mondo. C’è anzitutto la Cina, infatti, paese con il quale Mosca muove già miliardi in scambi commerciali. “Credo sia necessario migliorare ancor di più la qualità dei nostri rapporti per rispondere efficacemente alle sfide di questo tempo” ha detto oggi Putin, parlando dell’esigenza di consolidare il rapporto con la Cina e le altre nazioni ex-sovietiche dell’Asia centrale.
Il rapporto tra Mosca e Pechino è già destinato a stringersi nei prossimi anni. A maggio, la Russia ha firmato con la Cina un colossale contratto per la fornitura di gas: si tratta di un accordo che prevede una fornitura trentennale di metano e che ha avuto bisogno di anni di trattative prima di finire nero su bianco. A inizio settembre i due paesi hanno annunciato l’inizio dei lavori per un nuovo gasdotto che collegherà Russia e Cina. Ci vorrà qualche anno, ma per Mosca si tratta di un passo decisivo verso la riduzione della dipendenza nei confronti del denaro europeo.
Ma c’è anche un altro spicchio di mondo sul quale Mosca punta moltissimo. A luglio, Putin è volato in Sudamerica. È stato in Brasile, in Argentina, ha visitato Nicaragua e Cuba, ha incontrato il presidente venezuelano Maduro.
Negli ultimi anni, il flusso di scambi commerciali tra Brasile e Russia è diminuito. Putin è volato nel principale paese del Sudamerica per invertire la tendenza. Aziende impegnate nel settore energetico e non solo hanno firmato sostanziosi accordi per contribuire a stimolare lo sviluppo delle imprese brasiliane. Grossi interessi la Russia li ha pure in Argentina. E anche lì punta ad aumentare il proprio volume di affari. Mentre l’Europa si volge sempre più verso gli Stati Uniti, Mosca punta ad affermarsi come un riferimento strategico nel Sudamerica e in Cina.
Immagine in evidenza: photo by Pavel Kazachkov– CC BY 2.0